Il primo novembre si è celebrato in tutto il mondo il World Vegan Day, la Giornata Mondiale Vegan, istituita nel 1994 da Louise Wallis per commemorare la nascita della The Vegan Society, la prima associazione vegan, fondata nel Regno Unito da Donald's Watson nel novembre del 1944, durante la guerra. Donald's coniò anche il termine "VEGAN", ottenuto dalla contrazione della parola "VEGetariAN". In Alessandria abbiamo celebrato questa ricorrenza con una mostra fotografica e un banchetto informativo per tutta la giornata.

Partendo dalle ragioni etiche, di per sé le uniche sufficienti per decidere di sottrarsi al sistema di sfruttamento degli animali e cercare di fare qualcosa nella società per cambiare questo stato di cose, con immagini e testi la mostra conduce il visitatore a conoscere la realtà celata degli allevamenti e del massacro degli animali che il consumo di carne e di prodotti derivati dal loro sfruttamento, come latte e uova, necessariamente comportano.

L'allevamento è anche il primo responsabile del degrado ambientale, con il consumo di terre, acqua ed energia, distruzione delle foreste, effetto serra, ecc., ma anche spreco di cibo vegetale destinato agli allevamenti piuttosto che a nutrire direttamente le persone che ne hanno bisogno, tutto questo ben documentato nella mostra che include anche una sezione sui personaggi storici che fin dall'antichità hanno criticato il consumo di carne.

Sul banchetto, materiale informativo come opuscoli e libri della casa editrice non-profit AgireOra Edizioni che pubblica materiali per diffondere il rispetto per tutti gli animali.

Alcuni passanti hanno visitato la mostra, chi più e chi meno, e qualcuno si è poi avvicinato al banchetto e ha preso del materiale informativo. Questi ultimi erano perlopiù già vegan e volevano qualcosa da far leggere a propri amici, come ad esempio il "VEGAN Starter Kit" e "Perché vegan". E tutti gli altri? La stragrande maggioranza è passata diritta, come se ci fosse una linea di demarcazione tra noi, aldiquà, "quelli vegani", e loro, aldilà, "il resto del mondo". E siccome "loro" non hanno fatto questa "scelta", si ritengono autorizzati a non farsi problemi di coscienza nei confronti degli animali, "quello è un problema dei vegani".

La maggior parte della gente ritiene che quella vegan sia una "libera scelta", una "opzione" personale. Ma aldilà delle opzioni, gli animali continuano veramente a soffrire e a morire. Non è non scegliendo da che parte stare che le cose succedono o non succedono, che esistono o non esistono. Invece il veganismo è un "dovere" morale e come tale dovrebbe riguardare tutti, non ce ne si può esimere... a piacimento.