La pubblicità della carne arriva anche dentro agli ospedali. È il caso dell'Ospedale civile di Alessandria SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, dove al CUP, in primo piano, è esposta la pubblicità di uno noto rivenditore locale di carne. Sul manifesto, incorniciato dentro una cornice in alluminio, si leggono le varie "specialità": carni bovine fresche di prima scelta; salamini e salsiccia; salumi, formaggi, ecc.. È un po come se in un luogo di cura del cancro ai polmoni venisse appesa la pubblicità (oggi vietata) di qualche nota marca di sigarette. Tralasciando per un momento le ragioni etiche e ambientaliste per scegliere vegan, ci pare davvero incredibile che in un ospedale sia esposta una pubblicità del genere. 

Nel 2015 l'International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, un'agenzia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che valuta e classifica le prove di cancerogenicità delle sostanze, ha definito la carne rossa come probabilmente cancerogena (classe 2A della classificazione dello IARC) e la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) come sicuramente cancerogena (classe 1 della classificazione dello IARC). Tutti i dati che hanno portato a tale classificazione e le riflessioni sul tema sono contenuti e descritti in dettaglio in una monografia dedicata a "Carni rosse e lavorate", pubblicata dagli esperti IARC nel 2018 e basata sulla revisione di oltre 800 studi sull'argomento.

Un'alimentazione 100% vegetale invece ci protegge dalle malattie degenerative, la principale causa di morte nei paesi industrializzati: l'aterosclerosi, il sovrappeso-obesità, il diabete mellito, l'ipertensione arteriosa, il cancro, l'osteoporosi. Allora cosa ci fa una pubblicità del genere in un ospedale, che dovrebbe invece preoccuparsi della salute dei propri cittadini, anziché sponsorizzare prodotti che possono nuocere ad essa?