Questa iniziativa era una replica modificata di una iniziativa con lo stesso titolo svoltasi al Museo "C'era una volta" il 28 e 29 aprile 2018, che ottenne una scarsa partecipazione di pubblico. Abbiamo deciso di ripeterla, ma questa volta all'aperto, nella centralissima e pedonale Piazzetta della Lega, sull'onda del successo di una precedente iniziativa, sempre in Piazzetta, sul tema delle deforestazioni, il 18 agosto 2017. L'iniziativa ha ricevuto il Patrocinio della Città di Alessandria, ma neppure stavolta è andata come speravamo.

L'idea di tornare a parlare di vivisezione, e per di più in una piazza pubblica piuttosto che al chiuso di una sala conferenze, era per raggiungere un pubblico non già informato sull'argomento, ma che si sarebbe potuto interessare semplicemente passando di lì. Abbiamo scelto la data del 13 settembre non a caso, ma perché la vigilia del secondo Corteo Nazionale antivivisezionista "Macachi liberi" che si è tenuto il 14 settembre a Parma per chiedere la revoca dell'autorizzazione al progetto "LIGHTUP - Turning the cortically blind brain to see" che prevede la lesione della corteccia visiva primaria in 6 macachi presso l'Università di Parma in collaborazione con quella di Torino, per studiare il blindsight.

Dato che molti pensano ancora che la vivisezione non esista più, invece sono circa 700 mila ogni anno gli animali usati nei laboratori italiani e centinaia di milioni quelli usati in tutto il mondo, in prevalenza roditori, anche se nessuna specie è esclusa, ci è sembrata l'occasione giusta per ritornare sull'argomento in un luogo di passaggio, per raggiungere tutti. Troppo ottimismo, le cose non sono andate come ci aspettavamo, come mostrano queste due foto.

Sedie vuote, nonostante il via vai continuo della movida alessandrina non si sia mai fermato, ma anzi sia continuato fino a dopo la mezzanotte, certamente non ci aspettavamo una chiusura così totale. Le persone di quel venerdì sera erano per lo più giovani, ma questo non dovrebbe essere una giustificazione al disinteresse, all'indifferenza, poiché proprio i più giovani dovrebbero sentire la necessità di un cambiamento. Erano invece tremendamente intenti a non tradire l'omologazione cui hanno scelto di appartenere.

Organizzare una proiezione all'aperto con almeno un mese di anticipo per ottenere tutti i permessi necessari è sempre una scommessa perché fino all'ultimo può mancare qualche autorizzazione, può esserci qualche imprevisto o anche un cambio di programma. E poi, alla fine di tutto, dipenderà dal tempo che farà, non prevedibile un mese prima. Finito di ottenere tutti i permessi l'ultimo giorno prima dell'evento, le condizioni meteorologiche erano ideali. Ma è andata com'è andata, un'occasione persa per questa città. Abbiano fatto un errore di valutazione nel ritenere che l'argomento trattato potesse attirare l'interesse dei passanti. La prossima volta ne terremo conto.