Sabato 14 gennaio non si poteva non notare il lungo striscione con la scritta PELLICCE = ELEGANZA CRIMINALE esposto dinanzi al banchetto informativo sotto i portici di Corso Roma ang. Piazza Garibaldi ad Alessandria. Sul banchetto anche un pc portatile che mostrava a ciclo continuo dei video sulle modalità di allevamento e uccisione degli animali "da pelliccia" in Cina, di cui l'Italia è uno dei principali importatori.



Tutti conosciamo la crudeltà della caccia ai piccoli di foca, meno noto è il trattamento degli animali in Cina, dove gli animali allevati sono immobilizzati e scuoiati vivi, sottoposti a una agonia lunga e straziante. Peccato che le numerose signore impellicciate vedendo lo striscione tiravano dritto accelerando il passo anziché soffermarsi a vedere il crudele destino cui sono sottoposti gli animali la cui pelliccia loro stesse indossano per vanità. Per loro è più semplice non pensarci. Altre persone invece hanno preso atto di una situazione a cui non credevano poco prima e ne sono rimaste scioccate.



I dati delle uccisioni dei cosiddetti animali da pelliccia sono sempre altissimi. Ogni anno nel mondo oltre 30 milioni di visoni, ermellini, volpi, zibellini, scoiattoli, lontre, castori e altri animali, vengono uccisi negli allevamenti intensivi o catturati allo stato selvatico con le trappole, in nome di una moda crudele. Per confezionare una pelliccia di visone sono necessari fino a 54 animali, per una di volpe 24, per gli ermellini si arriva fino a 200 esemplari. I metodi di uccisione di questi animali sono veramente crudeli: dalla camera a gas alla rottura delle ossa cervicali, dalla corrente elettrica ai colpi sul muso e sulla nuca. Ma anche la loro breve vita negli allevamenti intensivi è fatta di sofferenza e privazioni.