Di recente il Comune di Alessandria ha avviato una campagna per il controllo numerico dei piccioni in città, però non senza rischi per i piccioni stessi. Abbiamo scritto una lettera al Sindaco per informarlo di tali rischi e proposto una soluzione alternativa già adottata con successo all'estero e priva di rischi per i piccioni stessi.

I colombi selvatici, che originariamente abitavano le scogliere rocciose, si sono facilmente adattati alle città grazie alla somiglianza con l'habitat naturale: le strutture urbane come edifici alti e ponti assomigliano alle scogliere rocciose dove i piccioni selvatici nidificavano in natura. Le città offrono molte cavità e spazi elevati adatti alla nidificazione, come i cornicioni e i sottotetti. La disponibilità di cibo: le aree urbane forniscono un'ampia fonte di cibo, sia attraverso i rifiuti umani sia tramite l'alimentazione diretta da parte delle persone che nutrono i piccioni. Questo ha permesso ai piccioni di non dover cercare cibo nelle aree rurali. L'assenza di predatori: le città offrono una relativa sicurezza dai predatori naturali, come falchi e altri rapaci, che sono più comuni nelle aree rurali.


Affresco romano dalla Casa del bracciale d'oro a Pompei (particolare)
Foto di Stefano Bolognini

In molte culture antiche (mesopotamica, babilonese e fenicia, greca e romana antica), il piccione era molto più di un semplice animale: rappresentava divinità, amore e purezza, ed era simbolo di virtù divine. Oggigiorno i piccioni sono amati da chi li nutre con gentilezza, ma odiati da chi li insegue e maltratta. Questo fa sì che il simbolo dello Spirito Santo e della pace venga denigrato come un "ratto volante". I piccioni vengono scacciati, avvelenati, uccisi con armi da fuoco e questi uccelli, molto sensibili e intelligenti, di solito muoiono dopo una lunga agonia. Ancora più deprecabile è quando sono le stesse istituzioni ad attuare metodi crudeli per limitarne il numero.

Da oltre vent'anni la Germania e la Svizzera hanno risolto il problema del sovrannumero dei piccioni nei centri urbani anche di grandi città (ne sono un esempio Stoccarda, Augusta, Basilea, ecc.) con una soluzione che rispetta la vita degli animali con la costruzione di torri colombaie e la realizzazione di siti dedicati lontani dai centri abitati dove i piccioni trovano cibo, acqua e riparo e possono nidificare. Una volta che i piccioni si stabiliscono nelle torri è possibile monitorare la crescita della popolazione sostituendo le uova vere con altre finte.

Recentemente il Comune di Alessandria ha avviato un piano di contenimento numerico dei piccioni attraverso varie tipologie di intervento tra cui il ricorso alla sterilizzazione con la somministrazione di mangime contenente antifecondativo, per un investimento pari a 150.000 euro. Si tratta di un intervento di dubbia efficacia e non esente da conseguenze negative sulla salute dei piccioni.

Qui di seguito un estratto della lettera recapitata al Sindaco protocollata il 7 ottobre 2024.

OGGETTO: per una gestione etica della popolazione di piccioni di Alessandria

[...] AgireOra di Alessandria scrive in riferimento alla recente campagna avviata dal Comune di Alessandria per il controllo numerico dei piccioni, che prevede, tra le varie misure, la somministrazione di un mangime anticoncezionale chiamato "Ovistop", di cui era stata data notizia sul sito del Comune.

Il problema principale di questa soluzione è che non si tratta di un metodo anticoncezionale privo di conseguenze negative per gli animali. Come evidenziato dalla dottoressa Fosca De Vita, biologa che da anni studia i colombi di città, il farmaco provoca un aumento della temperatura corporea tale da rendere sterili le uova. Sebbene i piccioni da laboratorio non muoiano, perché la febbre, pur debilitante, non è letale, i colombi in libertà, sottoposti a elevato stress e fatiche quotidiane (specialmente nel periodo riproduttivo), non sopravvivono a una febbre così alta per 6-8 mesi consecutivi (rif. 1).

È importante sottolineare un ulteriore aspetto sollevato dalla dottoressa De Vita: il mangime anticoncezionale viene distribuito a pioggia e assunto in dosi incontrollabili da maschi, femmine, giovani, adulti, individui robusti e altri cagionevoli, e in dosi doppie dai nidiacei alimentati da entrambi i genitori (che effetti ancora peggiori avrà su di loro il farmaco?). La diminuzione del numero di piccioni, considerata come indice di efficacia del farmaco, tiene forse conto di quanti sono morti e per quale motivo?

Per quanto riguarda Ovistop, uno studio condotto a Barcellona nel 2017 ha mostrato che la Nicarbazina, il suo principale componente, non è efficace nel ridurre la popolazione dei piccioni. Dopo un anno di trattamento, la densità dei piccioni non è cambiata nelle aree trattate, né nei cerchi di controllo a distanze variabili dalle stazioni di alimentazione. Mentre su tutta la città di Barcellona si è avuto un incremento globale del numero dei piccioni pari al 9,5% (rif. 2).

Piccioni sani e robusti contribuiscono a limitare le nascite poiché, non solo difendono il proprio spazio, ma contrastano la nidificazione degli altri piccioni. Piccioni indeboliti dagli anticoncezionali, invece, non sono assolutamente in grado di competere con soggetti più forti che arrivano da altre parti, né sono in grado di opporsi alla loro nidificazione.

Metodi di controllo degli animali selvatici come gli abbattimenti, gli avvelenamenti e anche l'uso di mangimi anticoncezionali non solo causano sofferenza e morte agli animali, ma offrono solo un'illusione temporanea nel medio periodo di decrescita della popolazione, poiché successivamente questa tornerà a crescere per effetto della ricolonizzazione rapida da parte di individui provenienti da aree limitrofe.

Lo scopo di questa lettera è proporre una soluzione etica, alternativa all'Ovistop, che potrebbe essere sperimentata in alcune zone della città. In tali zone, da individuare in qualche parco, comunque distante o non circondato dalle abitazioni, predisporre apposite colombaie dotate di acqua e cibo per permettere ai colombi di nidificare lì. Un addetto o volontari incaricati potrebbero sostituire periodicamente le uova con altre finte. Nelle vicinanze si potrebbero installare dei distributori di cibo adeguato (granaglie) per attirare i piccioni. A questo punto i piccioni continuerebbero a covare le uova senza stravolgere le proprie abitudini, ma con il tempo si otterrebbe una significativa decrescita della loro popolazione. Rimarrebbe una popolazione di piccioni più piccola, ma più in salute.

Parallelamente, è importante chiudere tutti i possibili punti di accesso ai siti di nidificazione in edifici abbandonati, come soffitte con finestre rotte o buchi nei muri, assicurandosi che non vi siano covate in corso. È fondamentale educare i cittadini a mantenere i propri sottotetti inaccessibili ai colombi, onde evitare che diventino a loro volta siti di nidificazione. Inoltre, attraverso campagne informative, è necessario ricordare di non alimentare i piccioni.

Un'iniziativa di questo tipo, con l'installazione di 9 colombaie e con campagne informative, che ha riscosso interesse sia a livello nazionale che internazionale, è quella della città svizzera di Basilea, che in 50 mesi ha permesso di ridurre la popolazione di piccioni dai precedenti 20 mila esemplari agli attuali 5-8 mila (rif. 3 e 4).

Alcune persone non comprendono che il problema dei piccioni è una conseguenza ecologica di comportamenti umani errati. Auspichiamo maggiore consapevolezza ed empatia da parte delle persone e crediamo sia necessario il desiderio di risolvere i problemi in merito agli animali evitando il ricorso a metodi cruenti, optando invece per soluzioni etiche atte a una coesistenza corretta e armoniosa, nel rispetto della vita della nostra e delle altre specie. [...]

Restiamo in attesa di un gentile riscontro.