"ONE EARTH Tutto connesso" è il titolo del film documentario che sarà proiettato sabato 4 giugno, vigilia della Giornata mondiale dell'ambiente, al Museo "C'era una volta" in Piazza della Gambarina 1 ad Alessandria con inizio alle ore 21,00 e ingresso libero. Il film racconta in una visione d'insieme le cause e l'effetto dell'iper sfruttamento degli altri esseri viventi che condividono il pianeta con l'essere umano.

Scritto, diretto e prodotto dal video giornalista freelance Francesco De Augustinis, già autore nel 2019 di "DEFORESTAZIONE MADE IN ITALY", il nuovo film è una inchiesta sul sistema alimentare globale della carne e le implicazioni degli allevamenti intensivi con le crisi che affliggono il nostro pianeta, come la crisi climatica, la distruzione delle foreste, la perdita di biodiversità e l'emergere di nuove epidemie. "ONE EARTH" documenta l'aumento esponenziale del consumo di carne, un aumento vertiginoso che sta facendo perdere definitivamente ogni equilibrio al nostro unico pianeta, la Terra.

Il film è stato realizzato tra il 2019 e il 2021 e ha inizio a Wuhan in Cina, poco prima che da un wet market, un mercato tradizionale di animali vivi che vengono macellati al momento dell'acquisto da parte del cliente, si verificasse un "salto di specie" tra animale e uomo di un coronavirus, il SARS-CoV-2, che nell'arco di un anno mieterà oltre un milione e mezzo di vittime nel mondo. Da qui parte una inchiesta sul cibo con la visita a uno degli allevamenti intensivi più tecnologici al mondo, nel cuore scavato di una montagna.

Un allevamento multipiano di suini in Cina che riesce a produrre un milione di suini l'anno

La Cina non sta inventando nulla di nuovo, sta solo replicando ed estremizzando il modello di produzione e intensificazione occidentale, che l'Occidente stesso sta promuovendo in Asia. Dalla Cina ci si sposta in Europa, in Olanda, un paese che investe come nessun altro in sostenibilità e vivibilità, ma proprio qui si trova un centro nevralgico della ricerca mondiale per l'intensificazione degli allevamenti, dove si studiano i modelli più tecnologici e intensivi per la produzione del cibo di domani puntando a concentrare in un unico stabilimento tutte le fasi, dalla nascita dell'animale alla macellazione.

Un allevamento avicolo multipiano in Olanda con dentro un milione di polli

Per nutrire oltre 160 miliardi di animali allevati l'anno e destinati alla macellazione o all’uccisione, vengono rase al suolo foreste tropicali e savane sudamericane come l'Amazzonia e il Cerrado, per installarvi immense monocolture di soia. Questa soia è destinata agli allevamenti europei e soprattutto cinesi. A farne le spese non sono solo gli animali selvatici e la biodiversità di questi territori, la più ricca al mondo, ma anche le popolazioni indigene che da migliaia di anni hanno vissuto nelle foreste in modo sostenibile, custodendole e traendo da esse il necessario sostentamento.

ll 2021 è l'anno record per la deforestazione in Brasile per far spazio a pascoli e alla soia

Tutte questo può avere effetti anche sulla nostra salute. In futuro il rischio che si diffondano nuove malattie trasmesse dagli animali all'uomo, le cosiddette zoonosi, sarà sempre più concreto continuando a distruggere e a invadere i loro habitat naturali, e gli allevamenti intensivi possono facilitare la trasmissione di virus. Influenza aviaria (come la Spagnola che provocò 50 milioni di morti fra il 1918 e il 1919), influenza suina, febbre del Nilo, Zika, Ebola, Sars, Mers e Sars-CoV-2 sono solo alcune delle malattie che dagli animali hanno raggiunto l'essere umano.

Secondo la FAO un'altra minaccia si profila all'orizzonte e anch'essa legata al mondo degli allevamenti: l'antibiotico resistenza. Negli Stati Uniti e in Europa rispettivamente l'80 e il 70% degli antibiotici venduti è destinato agli animali d'allevamento per prevenire malattie e rendere possibile la loro vita negli ambienti innaturali degli allevamenti intensivi, ma nei paese dove ancora non è vietato, gli antibiotici sono usati anche come promotori di accrescimento degli animali. il problema di base è che in questo modo si sviluppano ceppi di batteri resistenti a uno o più antibiotici, e dunque quando è necessario curare una reale malattia infettiva, che sia negli animali o nell'uomo, gli antibiotici non sono più efficaci, con grave pericolo per la salute umana e con un significativo aumento del numero di decessi. Già oggi sono 700mila le vittime l'anno al mondo per via dell'antibiotico resistenza.

L'ultimo aspetto fondamentale trattato dal documentario di Francesco De Augustinis è la questione etica, una questione evidentemente troppo a lungo rimandata.

Sito ufficiale:
https://www.one-earth.it/one-earth-tutto-e-connesso/


Invitiamo ancora una volta tutti quanti a partecipare alla visione per la prima volta in Alessandria di "ONE EARTH Tutto e connesso", sabato 4 giugno al Museo etnografico "C'era una volta" in Piazza della Gambarina, con inizio alle ore 21,00 e ingresso libero a partire dalle ore 20,30. Non serve alcuna prenotazione.