Sabato 4 agosto dal primo pomeriggio fino a notte fonda, in una torrida a afosa Corso Roma, abbiamo cercato di fare sensibilizzazione sui temi dello sfruttamento degli animali per la produzione di carne, latte e uova. Ringraziamo tutti i partecipanti, soprattutto quelli venuti da fuori per dare il loro personale contributo a questa iniziativa.

Come già altre volte, il presidio consisteva di un banchetto con del materiale informativo, una mostra sulla scelta etica di non mangiare animali né ciò che ne può derivare con lo sfruttamento, una sull'impatto ambientale degli allevamenti, una sugli aspetti salutustici e una sui personaggi vegan storici e contemporanei.

Mentre alcuni attivisti distribuivano materiale informativo ai passanti, altri stavano al banchetto e parlavano con quelli che si fermavano per ricevere informazioni (per lo più si trattava di persone già avviate verso un percorso di alimentazione vegetale) e altri si alternavano a un microfono collegato a una cassa audio, per invitare la gente a visitare le mostre e diventare consapevoli di una realtà che il sistema sociale ed economico in cui viviamo, evita per bene di mostrare, e anzi, cerca di rassicurarci sul "benessere" animale.

Sul calar della sera abbiamo acceso delle lampadine a led sui pannelli della mostra per illuminarli e al banchetto mostrato a ciclo continuo dei video da un pc sul trattamento degli animali negli allevamenti industriali. Poche persone si sono soffermate sulle immagini sia dei video che della mostra sulla scelta etica, mentre, a conti fatti, abbiamo esaurito alcuni opuscoli informativi, in particolare quelli "Perché vegan".

Una attivista, constatando la ritrosia della gente a guardare certe immagini, ne ha spiegato le ragioni: Perché vedere queste immagini, sentire quelle strilla di terrore degli animali nei macelli, dà così tanto fastidio e non vogliamo vederle, non vogliamo sentirle? Evidentemente perché non siamo carnivori per natura. Un vero carnivoro, non avrebbe orrore alla vista delle sue prede squartate o del loro sangue. Perché i genitori coprono gli occhi ai bambini che passano davanti alla mostra? Perché riconoscono che la violenza non è mai una cosa giusta. Se un adulto o un minore sevizia un animale, non è considerato normale, viene portato come minimo dallo psicologo! Partendo da qui, se siamo onesti con noi stessi, dovremmo capire che nutrirsi di carcasse di animali ammazzati, non rientra nella nostra natura.

Qualche volta siamo visti come rompiballe o appartenenti a qualche strana setta oppure come gente che non ha niente da fare tutto il tempo e che per assurdo si diverte a mostrare cose orribili... Resta l'amaro in bocca per la mancata comprensione del messaggio che lanciamo, un messaggio assolutamente disinteressato, motivato solo da forti ideali per un mondo più giusto e pacifico per tutti i viventi. Le persone fanno poche domande, si estraniano, ci ignorano, talvolta ci provocano. Una mentalità così chiusa forse è tipica delle piccole città di provincia come la nostra, diversa da quella di capoluoghi più importanti.