I presidi di protesta davanti ai Centri di controllo di Acqui Terme e Ovada proseguono, mattina e sera, per continuare a far presente alla Regione Piemonte che la gente queste stragi non le vuole. I prossimi presidi saranno domani, sabato 2 settembre, mattina (9,30-12,30) e sera (19,30-22,30) a Ovada e Acqui.



La dimostrazione che anche le persone qualsiasi, non solo gli attivisti anticaccia, adulti e bambini, questa caccia non la vogliono, si è vista per l'ennesima volta al presidio di Ovada di ieri sera davanti al Centro di controllo in Via Piave: un padre estremamente arrabbiato è sceso in strada per gridare ai cacciatori che quel che stavano facendo è inaccettabile, che la sua bambina ha visto dalla finestra di casa gli animali ammazzati e insanguinati nel cortile interno del Centro di controllo ed è scoppiata in lacrime disperate. E ha aggiunto che era ora di finirla con questo schifo.



Crediamo che sia ora che i nostri governanti locali rispettino il volere della gente e facciano il loro dovere, che è quello di risolvere i problemi senza ricorrere alla violenza gratuita, ma soprattutto occupandosi della prevenzione. Fino a che non vieteranno ogni allevamento, con o senza scopo di ripopolamento, di animali selvatici e non attueranno controlli rigorosi nei boschi per impedire la liberazione illegale di ungulati a scopo venatorio, questo stato di cose permarrà. I cacciatori non sono una soluzione, sono il problema.

Queste uccisioni non si fanno per reali problemi all'agricoltura, che potrebbero essere risolti studiando soluzioni opportune, nei pochi casi in cui ci sono, né per problemi di sovrappopolazione, ma per i cacciatori stessi, come ha candidamente ammesso l'assessore a caccia e pesca oltre che presidente della Provincia di Belluno (in cui si stanno svolgendo lo stesso tipo di abbattimenti). Egli ha infatti dichiarato al Gazzettino che: "Il motivo principale è quello di cercare di non alterare l'equilibrio naturale che comunque si mantiene da solo anche senza l'intervento dell'uomo. [...] Ma alla fine la funzione principale della caccia di selezione è quella di formare ed educare culturalmente i cacciatori, perché consente loro di agire in modo più rispettoso e mirato sugli animali, valutando e riconoscendo il tipo di animale, il sesso e l'età, anziché sparare a caso". Che i cacciatori sparino a caso, lo si evince dalle decine di morti e feriti umani ogni anno, ma, per "educarli" non bisogna sterminare migliaia di animali, con l'aiuto di Regioni e Province, che dunque intendono rappresentare i cacciatori e non il restante 99% degli italiani.



Anche in altre città si stanno svolgendo presidi di protesta, e in moltissime sono partite iniziative di protesta via mail e fax per queste stragi senza senso e giustificazione. Tutti sono chiamati a partecipare. Continuiamo dunque con la pressione: sabato ad Acqui e Ovada, lunedì 4 settembre alle 13 in piazza Castello a Torino angolo via Garibaldi, davanti alla sede della Giunta Regionale, per una manifestazione sul tema organizzata dal "Comitato Basta con Questa Caccia". Facciamo capire ai nostro governanti che è ora di dare una svolta alla situazione e iniziare a lavorare con serietà.