La vicenda degli abbattimenti di ungulati in Piemonte si porta avanti a suon di carte bollate e ricorsi al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale), ma quel che è importante è che, di nuovo, fino al 6 dicembre, nessun cacciatore potrà sparare in alcun ATC (Ambito Territoriale di Caccia) o comprensorio alpino del Piemonte.

In breve, la storia: la vicenda nasce la scorsa estate, con una "sollevazione popolare" contro gli abbattimenti di ungulati decisi dalla Regione Piemonte. Gli ungulati sono i caprioli, camosci, daini, cervi, mufloni e cinghiali. La caccia a questi animali è decisa di anno in anno con delibera della Regione: quanti animali ammazzare per ciascuna specie, quanti maschi, quante femmine, quanti cuccioli, in che date, in quali ATC. Ogni anno è così, ma la maggior parte della gente non lo sa.

Quest'anno si è venuto a sapere di questa strage legalizzata grazie ai media, e ci sono state molte proteste. Alcune associazioni anti-caccia hanno fatto ricorso al TAR e il 9 di settembre il TAR deliberava la sospensione della delibera regionale, fino al 4 ottobre, data dell'udienza. In data 4 ottobre il TAR annullava la delibera, in quanto questa non teneva conto del parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica e conteneva varie irregolarità gravi: censimenti degli animali inaffidabili effettuati dai cacciatori e non verificati, stime sulla consistenza degli animali inattendibili, insufficienti percentuali di territorio sottoposte ad esame, periodi di caccia eccessivamente estesi, limiti di carniere elevati oltre misura, dati incompleti e frammentari, violazioni di legge.

Quindi, in pratica, dal 9 settembre al 4 ottobre ai cacciatori è stato impedito di sparare a questi animali, e questa è stata già una grossa vittoria. Ma la Regione Piemonte, per paura di scontentare i cacciatori, cosa fa? Il 5 ottobre, il giorno dopo la sentenza del TAR, facendosi beffe della decisione del Tribunale, emette un'altra delibera-fotocopia, e i cacciatori ricominciano a sparare! Ma, una volta avuto in mano i documenti, le associazioni fanno un nuovo ricorso e il TAR, il 9 novembre (dopo 2 giorni dalla presentazione del nuovo ricorso), sospende con procedura d'urgenza (evento rarissimo!) questa nuova delibera, la sospende fino al 6 dicembre, e quindi per quasi un mese, di nuovo, non si spara più!

Non solo, ma il TAR Piemonte redarguisce pesantemente la Regione, dicendo, in sostanza "noi abbiamo sospeso la vostra delibera come illegittima, dopo attento esame, voi ci prendete in giro facendone un'altra uguale, e questo è un comportamento gravissimo". Le parole precise non sono ovviamente queste, ma il senso sì, e testimonia la pessima figura fatta dalla Regione, e comprova che i politici locali non fanno il proprio lavoro come si deve, ma pensano solo a far contenti i cacciatori.