La notizia di decine di cani, per lo più cuccioli, liberati dall'allevamento per la vivisezione "Green Hill" il 28 aprile è nota a tutti, è su tutti i giornali e telegiornali. Questi cani non condurranno la propria esistenza chiusi in una gabbia e imbottiti di sostanze chimiche da testare, non finiranno fatti a pezzi su un tavolo di acciaio per verificare i risultati di un esperimento. Potranno vivere una normale esistenza in una famiglia che li amerà.
Da più parti ci si interroga su quanto questa liberazione sia giusta. Ma una cosa è la giustizia, un'altra è la legalità, quando si parla di animali. Quando si tratta di animali, è legale considerarli proprietà, oggetti, strumenti da usare senza tener conto della loro sofferenza. Ed è invece illegale liberarli e salvarli. Ma, se consideriamo l'aspetto etico, allora è immorale considerarli proprietà e oggetti, ed è assolutamente giusto salvarli.
Le 12 persone che sono state fermate dalla polizia non possono certo essere considerate delinquenti. Tutt'altro. Sono persone che hanno voluto salvare la vita a degli esseri senzienti che per nessuna ragione al mondo è giusto considerare cose, sottoporre a sofferenze enormi e infine uccidere.
Quei 25-30 cani liberati sono salvi, e questo ci riempie di gioia, e di gratitudine per chi li ha liberati. Quest'azione ci deve far riflettere su cosa possiamo fare anche noi in prima persona, nella quotidianità, per salvare le altre centinaia di migliaia di animali, quasi un milione solo in Italia, che ogni anno sono uccisi nei laboratori, provenienti da allevamenti come Green Hill.
Per questi animali, tutti noi possiamo iniziare a fare qualcosa, per far cambiare la situazione. Possiamo iniziare a chiederci se vogliamo ancora sostenere chi finanzia la vivisezione, perché oltre la metà degli animali usati in laboratorio in Italia e in Europa sono uccisi per la cosiddetta ricerca di base, la quale è compiuta e/o finanziata dalle associazioni per la ricerca medica e dalle università.
Quando doniamo o diamo il nostro 5x1000 o sosteniamo in qualsiasi modo tali associazioni o le facoltà biomediche delle università italiane, sosteniamo la vivisezione. Possiamo dunque scegliere se continuare con questo sostegno, o se rifiutarlo e informare in tal senso tutti i nostri conoscenti, fino a che tutti questi istituti smetteranno di compiere anche esperimenti su animali accanto alla vera ricerca, quella senza animali, quella che davvero porta e ha sempre portato al progresso medico-scientifico.
Qui è indicato chi finanzia la vivisezione e chi non lo fa:
http://www.novivisezione.org/campagne/ricerca_di_base.htm