Lo scorso Ferragosto e sabato 12 settembre non abbiamo fatto mancare la nostra "scomoda" presenza di dissenso nei pressi dell'ingresso di due sagre, quella ormai nota del "Salamino d'asino" di Castelferro e quella del "Maialino alla sarda" di Pavone, due delle tante in provincia di Alessandria.
Prendiamo per esempio i maiali. A una settimana di vita, senza alcuna anestesia, gli vengono strappati i denti anteriori con delle tenaglie, amputata la coda, strappati i testicoli. Vengono sottratti alla madre ancora piccoli e bloccati in piccoli recinti per l'intera loro breve vita, ingozzati e imbottiti di antibiotici e medicinali. Alla fine il macello, dove gli aspetta uno shock elettrico, lo sgozzamento e il lento dissanguamento appesi a un gancio e poi sono gettati in una vasca d'acqua bollente, spesso ancora vivi e coscienti, per eliminare le setole.
Non può esserci una vera festa se dietro c'è il macello, il sangue, le urla e tanta sofferenza di animali innocenti. Invece sì, c'è ancora molta indifferenza, da parte di tutti. Di chi organizza e degli sponsor che guardano solo al proprio tornaconto, di chi va a suonare, cantare e ballare e degli avidi avventori, tutti complici. Esponiamo dei cartelloni e distribuiamo dei volantini autoprodotti e fotocopiati vicino l'ingresso, con l'immagine della vittima di turno (asino o maiale) e la scritta "TU PAGHI... LUI MUORE".
Qualcuno, vedendoci, ci prende per matti e va avanti stizzito oppure ride, ma vediamo anche altri che invece abbassano lo sguardo, forse riconoscono di essere in qualche modo complici di tanta brutalità e non sanno cosa dire o fare, forse si porranno il problema per la prima volta, speriamo trovino la soluzione, che può essere solo: smettere di mangiare animali o smettere di essere umani, continuando a rimanere indifferenti, questa volta però senza più poter dire "non lo sapevo, non immaginavo".