Domenica 10 marzo presso il Laboratorio Anarchico PerlaNera di Alessandria si è svolto un incontro/dibattito molto partecipato sui punti di contatto tra antispecismo e anarchismo per sottolineare la necessità di estendere la lotta per la libertà degli esseri umani dal dominio e dalle gerarchie (politico-sociali-economiche) alla lotta per la libertà di tutti gli animali dal dominio della nostra specie.

L'iniziativa, organizzata da due attivisti, si è aperta con la proiezione di un estratto del film documentario DOMINION di Chris Delforce. L'intero film ha una durata di 2 ore, ma qui è stato mostrato solo il prologo e l'epilogo che sintetizzano bene alcuni concetti fondamentali che saranno poi approfonditi nel corso della conferenza secondo questa scaletta:

GLI ANIMALI SONO ESSERI SENZIENTI E POSSONO SOFFRIRE
Gli animali non solo provano dolore e piacere, disponendo di un sistema nervoso (che evidentemente la natura ha fornito loro non a caso), ma hanno anche emozioni, sentimenti, affetti: hanno padri, madri, fratelli, sorelle, compagni, compagne, figli e anche amici. Si tende a minimizzare, riducendo tutto all'istinto o peggio a negarlo, ma non è così. Chiunque abbia un animale a casa, che sia un cane, un gatto, un coniglio o perfino un topo, sa riconoscere che hanno emozioni. Non c'è motivo di credere che gli animali ne siano totalmente privi. Oltre a ciò «Gli animali sprovvisti di parola possiedono la ragione» (dal libro di Tiberio Giulio Alessandro, 10 - 93 d.C.) e «I 'senza logos' possiedono la ragione» (Opera di Plutarco, 46 - 127 d.C.). Ma anche se così non fosse, «che cosa conterebbe? La domanda da porsi non è se sanno ragionare, né se sanno parlare, bensì se possono soffrire» (Jeremy Bentham, 1748 - 1832).

SFRUTTAMENTO DEGLI ANIMALI E COSA PUOI FARE TU PER NON CONTRIBUIRVI
Gli animali, e con essa la natura, sono sfruttati dagli esseri umani in ogni modo e in ogni campo e ciò comporta per loro una enorme sofferenza. L'intera società moderna è costruita sul sangue e lo sfruttamento degli animali, come nella rappresentazione della società capitalistica ne "il grattacielo" di Max Horkheimer (1895 – 1973): «un edificio il cui tetto è una cattedrale che assicura una bella vista sul cielo stellato, ma la cui cantina è un mattatoio. In cima i grandi magnati della finanza, in fondo i disoccupati, i poveri, i malati. Più sotto la disperazione umana, ma più sotto ancora, il grattacielo affonda le proprie fondamenta nell'inimmaginabile sofferenza animale».

Gli animali sono sfruttati per farci compagnia, cibo, abbigliamento, intrattenimento, divertimento, "sport" (caccia), nella ricerca scientifica, ma possiamo fare scelte che riducono il nostro impatto sulle loro vite:

Animali d'affezione
Non acquistare mai animali d'affezione, adottare quelli abbandonati, canili e gattili sono strapieni, meglio una casa e una famiglia che una gabbia gelida, non dare soldi ad allevatori e commercianti di animali.
Nutrizione
Passiamo a un'alimentazione a base vegetale, lo possono fare tutti.
Abbigliamento
Evitiamo capi d'abbigliamento con parti animali come pelle o pelliccia. Cappucci e polsini in pelo sui giubbotti provengono da animali ammazzati, perfino scuoiati vivi.
Intrattenimento, divertimento
Evitiamo tutti quei luoghi di intrattenimento in cui gli animali sono sfruttati e imprigionati a vita: circhi, acquari, delfinari, zoo, sagre. Anche la caccia rientra tra le attività di “divertimento”, quella dei cacciatori, per catturare o abbattere creature inermi.
Ricerca scientifica
Evitiamo di finanziare le associazioni per la ricerca medica che impiegano gli introiti per finanziare ricerche a discapito degli animali. Nel campo delle ricerca medica di base non è obbligatorio usare animali. Per la produzione di farmaci invece la legge impone di sperimentare sugli animali, prima di immettere un nuovo farmaco sul mercato. Tuttavia per non contribuire ad accrescere ulteriormente la vivisezione, anziché comprare farmaci nuovi, si possono richiedere farmaci generici con lo stesso principio attivo. Sui farmaci generici non è prevista una nuova sperimentazione sugli animali. Infine chi si iscrive alla facoltà di Medicina, può scegliere di fare obiezione di coscienza e non sperimentare sugli animali. L'Università è obbligata a fornire percorsi alternativi a studenti e ricercatori. Ogni nuova sostanza chimica artificiale viene testata sugli animali nei test di tossicità, leggiamo sempre le etichette e scegliamo prodotti certificati ICEA-Lav.

CAMBIARE PROSPETTIVA: DA ANTROPOCENTRICA A BIOCENTRICA
L'antropocentrismo pone l'essere umano al centro e tutto il resto è a lui subordinato e sfruttato. Questa visione ha portato alla situazione attuale, con squilibri naturali paurosi che minacciano la stessa vita sulla Terra. Sempre più scienziati sono concordi che sia in corso la Sesta estinzione di massa, che si differenzia dalle altre per essere causata non da fenomeni naturali, ma dall'azione dell'uomo. Nel biocentrismo l'intero ventaglio della vita è posto al centro e l'essere umano fa parte di questo disegno come una delle tante componenti. Dobbiamo cambiare punto di vista.

LA SCELTA VEGAN È QUELLA PIÙ POTENTE
Di tutte le cose che possiamo fare per ridurre il nostro impatto sugli animali e la natura, la scelta più potente, per numero di animali coinvolti, è passare a un'alimentazione a base vegetale. È una scelta di giustizia perché procurare sofferenza senza necessità a qualcuno è sbagliato e in quel "qualcuno" comprendiamo anche gli animali. Dato che per natura non siamo carnivori stretti e possiamo scegliere di nutrirci di soli vegetali, allora allevare e uccidere animali per mangiarli è sbagliato. Il fatto che sia così difficile cambiare abitudini è perché fin da piccoli siamo immersi un un'ideologia, l'ideologia "carnista", un invisibile sistema di credenze che condiziona le persone a ritenere necessario mangiare carne mentre non lo è affatto (il temine carnismo è stato coniato dalla psicologa Melanie Joy nel 2001). Da questo momento, non siamo più noi a essere vagan, ma loro a essere carnisti!

UN MONDO PIÙ COMPASSIONEVOLE E PACIFICO PER INNALZARE LA CIVILTÀ
«Quale mortale penserebbe di maltrattare una creatura umana, se verso esseri che non sono della sua razza e della sua specie avesse costantemente professato la dolcezza e l'umanità?». Coltivare l'empatia e la compassione verso creature che non sono della nostra razza né della nostra specie, come dice Plutarco, è la premessa per un mondo più pacifico.

Secondo Gandhi «La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta i suoi animali». Gli animali sono presi a simbolo degli esseri più indifesi della Terra, gli ultimi tra gli ultimi.

Si stima che in tutta la storia dell'umanità le guerre abbiano ucciso 619 milioni di esseri umani. Oggi uccidiamo lo stesso numero di animali ogni tre giorni, senza considerare i pesci e altre creature marine, le cui morti sono misurate non in numeri ma a peso (centinaia di milioni di tonnellate all'anno). Una sofferenza su così larga scala non può essere ignorata se vogliamo innalzare la civiltà verso un mondo più compassionevole e pacifico.

COS'È LO SPECISMO E COS'È L'ANTISPECISMO
Il termine specismo fu proposto per la prima volta dallo psicologo inglese Richard Ryder nel 1970, per riferirsi alla convinzione pregiudiziale che gli umani godano di uno status morale superiore (e quindi di maggiori diritti) rispetto agli altri animali. L'intento di Ryder consisteva nell'evidenziare le analogie fra lo specismo e il razzismo, dimostrando che le argomentazioni per condannare queste due posizioni sono affini. Fra le varie giustificazioni addotte a difesa dello specismo come pregiudizio, le più comuni sono:

  1. L'interpretazione parziale e strumentale dei meccanismi naturali di lotta fra specie: la specie umana autoproclamatasi la più forte e intelligente del pianeta e all'apice della catena alimentare, si ritiene in diritto di disporre degli altri viventi a proprio piacimento.
  2. Una concezione del diritto inteso come prerogativa attribuibile soltanto agli umani, perché ritenuti gli unici esseri viventi dotati di raziocinio.
  3. La presunta mancanza di consapevolezza di tutti gli animali.

Si potrebbe definire sfruttamento il controllo (totale o parziale) del ciclo biologico di un altro essere vivente fino a fargli perdere l'autonomia. Quando lo sfruttamento si esercita su un altro essere senziente come negazione della possibilità di avere qualsiasi rapporto libero e come riduzione (o cancellazione) della sua identità, allora si parla di dominio. Lo specismo non è solo un atteggiamento pregiudiziale (individuale o collettivo), ma anche un'ideologia e prassi del dominio sugli animali.

È lecito pensare che la morale comune dominante e tutte le istituzioni (locali, nazionali, internazionali o sovranazionali) sono contraddistinte da una filosofia specista.

L'antispecismo è il pensiero filosofico, politico e culturale che lotta contro lo specismo, l'antropocentrismo e l'ideologia del dominio che rappresentano le fondamenta della società umana moderna. Come l'antirazzismo rifiuta la discriminazione basata sulla presunzione dell'esistenza di razze umane e l'antisessismo respinge la discriminazione basata sul sesso, così l'antispecismo respinge la discriminazione basata sulla specie e sostiene che l'appartenenza biologica alla specie umana non giustifica moralmente e eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del corpo di un essere senziente di un'altra specie.

COLLEGAMENTI TRA ANTISPECISMO E ANARCHISMO
Senza lo sfruttamento della natura e degli animali, non sarebbe stato possibile creare il differenziale di ricchezza sociale ed economica che è alla base delle società capitaliste, sessiste, razziste, belliciste e, dunque, dell'intera "civiltà" umana moderna. Le oppressioni di specie, di genere, di classe e razziali sono in gran parte connesse: la società umana stessa è sostenuta e definita da rapporti di esclusione, che favoriscono regolarmente prassi di sfruttamento a beneficio di una élite.

Il termine "capitalismo" ha la medesima origine latina di "caput", ossia "capo di bestiame". Il capitalismo è indissolubilmente legato al concetto di proprietà e le prime proprietà che gli esseri umani hanno gestito sono stati appunto animali e vegetali. In inglese "cattle" significa "bestiame", ma ha la stessa origine etimologica di "capitale". La parola latina "pecunia" indica "moneta", ma deriva da "pecus", cioè gregge o bestiame. La domesticazione e l'allevamento sono perciò state pratiche propedeutiche all'avvio delle prime forme di capitalismo e alla nascita o rafforzamento delle discriminazioni tra umani. Si comprende allora come la lotta contro lo sfruttamento animale, miri anche a eliminare il tassello fondamentale sul quale si è costruita tutta la cosiddetta civiltà del dominio in cui viviamo.

Se l'anarchismo classico si limita a prevedere la libertà dal dominio e dalle gerarchie (politico-sociali-economiche), solo in riferimento all'emancipazione umana, l'antispecismo intende estendere quella stessa libertà anche nei confronti di tutte le altre specie animali, liberando dunque i rapporti sociali intra e interspecifici, dalle maglie del nesso disposizione-subordinazione.

Disporre della vita degli animali, per qualsiasi fine umano questo avvenga, contribuisce a costruire quella società verticistica e padronale contro cui l'anarchismo combatte. L'atto di disporre della vita degli animali, oltre a non essere in alcun modo necessaria sotto qualsiasi punto di vista, significa provocare sofferenze e privare della libertà - che gli anarchici invocano per gli esseri umani - a tanti altri esseri animali sulla base di una diversa appartenenza di specie.

L'estensione dell'idea di libertà anche agli animali, rappresenta un'evoluzione dell'idea di società libertaria. L'anarchismo non dovrebbe quindi prescindere dall'antispecismo se davvero si intende liberare totalmente la società dalla libertà e dal potere padronale.



Video della conferenza