Sono 43 anni che a Castelferro si svolge la sagra dei salamini d'asino. Un paese che lascerà ai posteri un triste ricordo, quello di aver massacrato ogni anno un animale tra i più mansueti, derisi e sfruttati al mondo, come l'asino. Un paese che dimostra mancanza di compassione verso gli animali. Abbiamo partecipato al presidio con alcuni cartelli, uno striscione e l'impianto audio per far sentire quello che pensiamo di questa e di tutte le sagre che ammazzano animali.

Il presidio è stato organizzato sabato 18 agosto da META Alessandria e vi hanno preso parte attivisti indipendenti provenienti anche da fuori provincia, da Torino e da Biella i più distanti. Eravamo una quindicina circa, proprio di fronte l'ingresso della sagra. Con l'impianto audio non era necessario volantinare come negli anni precedenti, la nostra voce arrivava forte e chiara fin dentro l'ingresso. Non abbiamo risparmiato le nostre critiche su questo genere di sagre basate su animali ammazzati e su questa sagra in particolare.

Nei nostri discorsi ci siamo rivolti agli organizzatori della sagra chiedendo di lasciare in pace gli animali e organizzare una sagra etica, dove nel piatto ci sia la vita, la pace e la compassione, e non la morte degli animali. Ci siamo rivolti al pubblico in fila all'ingresso chiedendo di guardarsi dentro e di trovare nel loro cuore un briciolo di compassione anziché l'insensibilità. Se alla sagra ci fosse stato un asinello vivo, tutti l'avrebbero accarezzato e nessuno avrebbe avuto il coraggio di ucciderlo per mangiarselo...

Un attivista nel pomeriggio era stato in visita a Il Rifugio degli Asinelli di Sala Biellese, un Santuario dove gli asini, salvati da situazioni difficili, sono accuditi, protetti e amati. Enorme è stato il suo sconcerto nell'apprendere dell'esistenza di un paese dove invece gli asini sono mandati al macello per farne salami. Ha invitato la gente a visitare il rifugio e a conoscere gli animali. Tanti i nostri contributi a voce, ma restiamo allibiti di fronte al muro di gomma di tanta indifferenza e cattiveria esternata con provocazioni e derisioni.

Anche la stessa luminaria sopra la strada, a forma di asinello scodinzolante e felice che sembra voler entrare alla sagra per trasformarsi in salamino, è un insulto agli animali. I sensi di colpa disturbano la digestione, e quindi, l'insegna rinforza l'illusione che l'asinello sia felice di essere assassinato, squartato e mangiato. Riuscirà mai questo paese a uscire dall'idiozia nella quale si è cacciato da 43 anni e chiedere perdono a tutti gli asinelli ammazzati? Succederà solo se i giovani di Castelferro si interrogheranno e daranno ascolto al loro cuore anziché alle tradizioni sanguinarie di chi li ha preceduti.

Tutte le foto sono di Bruno Stivicevic.