Si è concluso venerdì 26 novembre il secondo ciclo di conferenze "Animali e Umani", quattro incontri che hanno spaziato tra filosofia, allevamenti intensivi, caccia e sperimentazione animale. Grande partecipazione di pubblico nel corso di tutte le serate.

Ripercorriamo i momenti salienti di questo ciclo di conferenze. Il 5 novembre è intervento il Prof. Gino Ditadi, docente di Filosofia all'Università di Padova, collaboratore dell'Istituto italiano di bioetica e autore di numerosi saggi di carattere filosofico. Il Prof. Gino Ditadi si interessa in particolare del mondo greco antico, convinto che lì si trovino le fondazioni di cui oggi abbiamo bisogno per uscire da una situazione pesante che vede un processo di reificazione, di riduzione dell'uomo, degli animali, dell'intera natura a cosa. La questione animale è una questione profonda che si connette ai problemi drammatici del nostro tempo e il compito che il movimento animalista nelle sue diverse frammentazioni, si è posto, va al di là della difesa degli animali.

L'intervento del Prof. Ditadi è stato un commento ai trattati di Plutarco. Nel primo trattato, "De esu carnium", Plutarco enuncia le ragioni per non mangiare carne. La prima è religiosa: le carni richiamano i demoni della morte, l'odore della carne e del sangue sono ripudiati dal divino che non ama queste sozzure, ma il profumo dei fiori, delle foglie e della farina. La seconda ragione è di ordine salutare: la conformazione anatomica dell'uomo è inadatta alle carni. La terza ragione è la giustizia per gli uomini e gli animali. Il secondo trattato, "De solertia", è dedicato all'intelligenza degli animali, ed è il trattato più intenso. Dice Plutarco che togliere l’intelligenza agli animali è la premessa per togliere loro la vita. Ma la vita, per vivere, è necessariamente impregnata di pensiero. Il terzo trattato, "Grillos", è un dialogo. Plutarco dimostra che negli animali ci sono le quattro virtù fondamentali dell'uomo greco: coraggio, temperanza, saggezza e giustizia.

Nel secondo incontro, il 12 novembre, Enrico Moriconi, medico veterinario e presidente dell’Associazione culturale veterinaria di salute pubblica e autore di numerose pubblicazioni tra cui "Le Fabbriche degli Animali - mucca pazza e dintorni" e "Medicina veterinaria e bioetica", ci ha portato nella realtà dell'agricoltura e degli allevamenti intensivi da lui stessi visitati. Una realtà ordinaria agghiacciante: una realtà crudele, insensata e nociva sia per gli animali che per l'uomo. Gli animali sono le prime vittime del sistema, pagano il prezzo più alto di questa situazione, la loro vita è ridotta a un percorso artificiale fatto di malessere e sofferenza: detenzione permanente, ingrasso forzato e rapido, imposizione di pratiche cannibaliche (vedi "mucca pazza"), intossicazione da farmaci, antibiotici, estrogeni, separazione immediata dalla prole, sfruttamento oltre ogni limite, condizioni di affollamento impossibili, trasporti in condizioni inimmaginabili e infine morte violenta.

La conferenza ha valutato anche gli impatti ambientali devastanti degli allevamenti in termini di inquinamento e distruzione degli ecosistemi per la produzione di cereali e soia per alimentare gli animali. Dal punto di vista del "benessere animale", gli allevamenti estensivi sarebbero migliori, ma considerata l'odierna richiesta di carne, latte e uova, non c'è spazio sufficiente sulla Terra per allevare tutti gli animali in modo estensivo e biologico. Un esempio è offerto dalla vicina Svizzera. In Svizzera non ci sono allevamenti intensivi e le mucche sono al pascolo. Tuttavia la Svizzera è costretta a importare la carne dall'estero per soddisfare la domanda interna di carne. Per uscire da questa situazione non esiste che una sola soluzione: ridurre fino ad azzerare il consumo di prodotti di origine animale.



La terza conferenza, il 19 novembre, ha trattato il tema caccia, ma dalla prospettiva di coloro, e sono tanti, che subiscono quotidianamente le prepotenze e le minacce dei cacciatori. La conferenza è stata tenuta da Marina Berati in sostituzione del relatore designato, Massimo Tettamanti, che non ha potuto partecipare. Si è parlato dei comitati cittadini "Caccia il Cacciatore" che si oppongono a quel privilegio che consente, grazie a una legge assurda e anacronistica, l'inaudito diritto di fare uso di armi da fuoco sul territorio aperto al transito di chiunque. I cacciatori sono gli unici ai quali è consentito praticare un'attività i cui standard di sicurezza sono immensamente al di sotto di quelli ritenuti minimi in ogni altro ambito. Gli unici infine cui è consentito perfino di fare tutto ciò nelle altrui proprietà private. La caccia è responsabile di un morto ogni 3 giorni, 4 feriti alla settimana, 50 morti e 94 feriti nella passata stagione venatoria. Durante la conferenza abbiamo ascoltato alcune delle tantissime testimonianze di persone vittime della caccia.

La vigilanza sull'applicazione delle leggi sulla caccia (art.27 L.157/92) è affidata a Guardie Venatorie della Provincia, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Guardie volontarie venatorie delle associazioni ambientaliste e di quelle venatorie. Il cittadino deve pretendere che le autorità intervengano, ricevano la denuncia e denuncino alla Magistratura i reati commessi dai cacciatori. Inoltre le persone che vivono in campagna, possono riunirsi in comitati e richiedere al Sindaco un'Ordinanza di divieto della caccia per motivi di tutela della pubblica sicurezza in parte del territorio comunale. L'importante poi è non stare zitti, ma denunciare sempre le prepotenze dei cacciatori, l'illegalità in cui spesso operano, e il pericolo che costituiscono per la vita quotidiana delle persone che abitano, lavorano, si recano in zone di caccia. Sul sito www.cacciailcacciatore.org si trovano indicazioni per procedere con esposti e denunce, e per richiedere Ordinanze di limitazione della caccia.

L'ultimo incontro, il 26 novembre, è stato dedicato alla sperimentazione animale. Stefano Cagno, medico chirurgo e membro del Comitato Scientifico Antivivisezionista (CSA) e della Lega Internazionale dei Medici per l’Abolizione della Vivisezione (LIMAV), e la responsabile della campagna "Ricerca senza animali", Marina Berati, hanno affrontato l'argomento prettamente dal punto di vista scientifico. La sperimentazione animale fa dell'uomo l'unica vera e inconsapevole cavia di ogni nuova cura e di ogni nuovo farmaco. Ad oggi, i modelli animali non sono stati MAI validati, non esiste una sola pubblicazione che dimostri che gli esperimenti sugli animali siano validi scientificamente. La prima argomentazione, dal punto di vista scientifico, per essere contro agli esperimenti sugli animali, è che ogni specie animale possiede caratteristiche biologiche non confrontabili. Quindi un fattore di specie. Il secondo motivo è un fattore di sperimentazione, cioè l'esperimento tende a simulare negli animali i sintomi di una certa patologia, ma il vero problema sono le cause, e queste non sono riproducibili da una specie all'altra. La terza argomentazione è la stabulazione: la permanenza degli animali negli stabulari è in grado di alterare i parametri biologici e quindi le risposte degli animali agli esperimenti.



Marina Berati ha parlato della campagna "Ricerca senza animali". Bisogna sapere che il 30% della ricerca in Italia è ricerca di base. La ricerca di base serve a studiare le malattie, oppure per far progredire la ricerca preclinica. Dato che nella ricerca di base non c'è obbligo di utilizzare gli animali, è possibile fare pressione sulle associazioni di ricerca medica (come AIRC, AISM, ANLAIDS, Telethon, 30 ore per la vita, ecc.) perché non finanzino più progetti di ricerca basati sulla sperimentazione animale. Lo si può fare evitando di fare loro delle donazioni e giustificandolo dicendo che non si è d'accordo sull'impiego delle donazioni in progetti dove si praticano esperimenti sugli animali. Si possono inviare fax, e-mail, fare telefonate per spiegare il motivo del proprio dissenso e richiedere di non finanziare più ricerche di base che impiegano animali, dato che in questo unico caso, non sono neppure obbligati per legge. Per maggiori informazioni: www.ricercasenzaanimali.org

Le conferenze hanno visto sempre una notevole partecipazione di pubblico, segno di un continuo interesse per le tematiche trattate e anche grazie alla partecipazione di relatori di alto livello. L'iniziativa, svolta in collaborazione con l'associazione ARCA Novese, è stata resa possibile grazie al contributo del CSVA - Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Alessandria.