Nelle ultime settimane è stata molto accesa la protesta contro gli abbattimenti selettivi di migliaia di ungulati decisi dalla Regione Piemonte. Ieri 4 ottobre c'è stata l'udienza del TAR, che doveva decidere definitivamente se sospendere la delibera della Regione oppure se "riattivarla" dopo la sospensione di settembre. Ebbene... i cacciatori (e i loro amici della Giunta Regionale) hanno perso, e i caprioli hanno vinto! Riportiamo qui un comunicato stampa di "Caccia il Cacciatore".

05/10/2006

ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA CACCIA

IL TAR DÀ RAGIONE AI CAPRIOLI: GLI ABBATTIMENTI  SELETTIVI IN PIEMONTE NON RIPRENDERANNO! BOSCHI PIÙ SICURI, PER GLI ANIMALI E PER LE PERSONE

Dopo aver sospeso a inizio settembre la strage di ungulati voluta dalla Regione Piemonte, nell'udienza di oggi del TAR piemontese viene riconfermata la decisione: i piani di abbattimento selettivo approvati dalla Regione Piemonte non sono in regola e quindi la delibera delle Regione non risulta valida. La regione non ha rispettato l'iter corretto, che prevede il preventivo parere dell'INFS, l'istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Si può ancora sparare agli ungulati solo nelle aziende faunistico venatorie private, dunque, che non necessitano del parere dell'INFS, ma non negli ATC e CA, cioè nei luoghi pubblici di caccia.

Le tante migliaia di ungulati condannati a morte potranno così salvarsi, ma non certo per merito della Regione Piemonte. Affermano i rappresentanti dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia, che, assieme alla Lega Abolizione Caccia, hanno presentato a fine agosto il ricorso al TAR vinto definitivamente oggi: "I governanti locali che vogliono risolvere il problema del sovrannumero di animali selvatici adottano sempre la soluzione per loro più semplice, quella degli abbattimenti di massa. Ma dovrebbero iniziare ad ammettere che questa non è affatto una soluzione, perché il problema si ripresenta ogni anno. E quindi è loro dovere cercare e trovare altre soluzioni, soluzioni che non coinvolgano mai i cacciatori, il cui comportamento è sempre e comunque un pericolo per l'incolumità pubblica, che invece i governanti locali dovrebbero tutelare".

Trovano così ragione le istanze dei tantissimi cittadini che nelle scorse settimane hanno protestato per queste uccisioni senza senso, e i tanti "cacciatori arrabbiati" dovranno accontentarsi di meno prede. Dichiara l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia: "I cacciatori hanno protestato in queste settimane perché sono stati dipinti come individui pericolosi e violenti, ma è esattamente quello che sono: violenti con gli animali, perché non si può definire in altro modo chi prova piacere a uccidere esseri indifesi, e pericolosi per gli umani perché già in sole 3 settimane di stagione venatoria ci sono stati 9 morti e 24 feriti, tra cui molti non cacciatori". E si tratta comunque di un bilancio per difetto, perché conta soltanto gli incidenti riportati sui giornali: tanti ferimenti, magari più lievi, e gli innumerevoli casi di "allarme sociale", minacce dei cacciatori contro i cittadini indifesi, spari nei giardini e vicino alle case, ecc., spesso non sono riportati sui quotidiani.

La stagione venatoria continuerà, ma grazie a questa vittoria al TAR, i cacciatori sono stati messi in condizione di nuocere di meno. Agli animali e agli umani.

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