Non c'è nulla da fare, gli appelli da tutta Italia e le proposte volte a impedire il massacro dei caprioli, sembrano cadere nel vuoto. Anche le cariche istituzionali che discutono per impedire la carneficina, nei fatti, non riescono a mettersi d'accordo e fanno il gioco dello scaricabarile delle responsabilità. Intanto ieri, martedì 22 agosto si è tenuto in Alessandria un incontro tra le associazioni e i gruppi ambientalisti e animalisti per decidere il da farsi.



Un incontro molto partecipato che si è tenuto presso il salone della Circoscrizione Europista in Via Wagner 38/D, per opporsi all'abbattimento di circa seicento caprioli nel quadro delle "attività di riequilibrio del rapporto fauna selvatica - ambiente" della Regione Piemonte. L'intenzione di procedere per la soluzione più sbrigativa, quella delle doppiette, riporta in evidenza una questione non ancora sufficientemente considerata: qual è un futuro di convivenza possibile tra uomo e animali senza ricorrere alle mattanze?

Se ne è parlato con:

Roberto Piana - Lega Abolizione Caccia, Direttore del Servizio di Vigilanza
Giovanni Pallotti - ENPA, sez. di Acqui Terme
Marina Berati - AgireOra e Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia
Pier Luigi Cavalchini - Pro Natura - Piemonte

In un clima incandescente, si attende l'esito di un ricorso al TAR presentato il 22 agosto da Lega Abolizione Caccia e Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia per scongiurare la caccia di selezione, e il parere dei tecnici dell'INFS (Istituto Nazionale di Fauna Selvatica) invocato dal ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, sui piani di trasferimento degli animali in eccedenza nell'alessandrino verso le regioni che ne hanno fatto richiesta (a partire dalla Calabria e dalla Puglia). Il ricorso al TAR presentato dal legale Andrea Fenoglio è motivato dall'ipotesi che la Regione non abbia seguito in modo corretto le indicazione dell'INFS, il cui verdetto sul piano di abbattimento dei caprioli, espresso due settimane fa, è negativo. Inoltre si contesta che gli abbattimenti siano stati stabiliti non tanto sulla base dei conteggi degli esemplari, quanto sulle esigenze dei cacciatori.

Le azioni concordate nel caso la caccia venisse infine autorizzata, saranno azioni di disturbo nelle stesse zone di caccia, nelle campagne e nei boschi dell'ATC-AL4, presidi di protesta davanti i centri di controllo di Acqui Terme e Ovada e davanti il Palazzo della Regione a Torino.