Alessandria si sta preparando ad accogliere il quarto Concorso Ippico Nazionale, il 20-21-22 giugno, in una centralissima piazza cittadina, Piazza Garibaldi. Durante le tre giornate si succederanno gare di vario genere, come il salto ad ostacoli. Presso la caserma Valfrè avrà luogo la fiera-mercato delle razze equine e il battesimo della sella, giri in carrozza, ecc..

Negli ultimi tempi, in Alessandria, è cresciuta molto l'attenzione da parte della gente e delle Istituzioni per il rispetto e il benessere degli animali. Ne sono la prova il Regolamento comunale per il benessere e la tutela degli animali; la scomparsa del fenomeno di accattonaggio con animali che "regnava" nelle strade; l'ordinanza sui circhi con animali che essendo restrittiva ne impedisce di fatto l'attendamento; il non sostegno da parte del Comune alla mostra zootecnica che da 403 anni era parte integrante della Fiera di San Giorgio; un ufficio Diritti animali finalmente funzionante.

Plaudiamo e apprezziamo veramente il lavoro svolto dal Comune per queste iniziative intraprese con determinazione. Non si capisce però ora questa improvvisa passione per gli sport collegati in qualche modo all'ippica. Per la città, il Concorso Ippico, è chiaramente un evento di alto prestigio. Ma per tutti coloro che vedono negli animali degli esseri senzienti, e non dei "mezzi" per trarre profitto, anche nello sport (parola alquanto inappropriata in quanto non si può parlare di animali nello sport ma di animali costretti a fare sport), si tratta di un arretramento culturale bello e buono.

Oltretutto questi "sport" (corse, salti a ostacoli), sono pericolosi per gli animali, che possono rimanere feriti anche gravemente, non solo durante le gare, ma anche nel corso degli allenamenti (che non sono sotto i riflettori). In ogni caso, l'animale viene usato fintanto che vince e non si azzoppa, quando non serve più la sua fine è quasi sempre il macello. Lo sfruttamento degli animali, anche nello sport, non può essere considerato, patrimonio culturale di nessuna società civile.