Come ogni anno, quest'anno sabato 16 agosto, abbiamo espresso il nostro dissenso con la nostra presenza sul posto a questa e a tutte le sagre a base di carne. Come l'anno scorso, abbiamo mostrato dei video a ciclo continuo su quello che patiscono gli animali nei macelli e invitato le persone che si recavano alla sagra a soffermarsi un momento a guardare la sofferenza degli animali e come viene prodotto ciò che troveranno nel piatto. Quasi nessuno lo ha fatto. Abbiamo fatto anche degli interventi a voce leggendo alcuni brani di Plutarco "Sul mangiar carne".
Gli attivisti visti da dietro mentre espongono cartelli e schermi alle persone che si recano alla sagra
Alcuni brani significativi del Trattato "Sul mangiar carne" di Plutarco, tratti dall'omonimo libro a cura del Prof. Gino Ditadi, già docente di Filosofia presso l'Università di Padova, edito da AgireOra Edizioni, sono stati letti con l'ausilio di un impianto di amplificazione, a dimostrazione che la questione etica, affrontata in questo presidio, non conosce epoche, ed è tanto attuale oggi, nell'era moderna, quanto lo era in quella antica, seppure ai tempi di Plutarco (46-127 d. C.) non vi fossero le aberrazioni di oggi, come gli allevamenti intensivi.
Ma quale furore e quale follia spinge voi oggi alla sete di sangue, voi che avete in abbondanza tutto quanto è necessario? Perché accusate falsamente la terra, come se non fosse in grado di nutrirvi? [...] Non vi vergognate a mescolare i frutti coltivati con il sangue delle uccisioni? E poi chiamate selvaggi i serpenti, i leopardi, i leoni, mentre proprio voi siete assetati di sangue; quanto a crudeltà non siete affatto inferiori a quelli. Essi infatti uccidono per avere di che nutrirsi; voi per avere pietanze prelibate. Di certo non mangiamo leoni e lupi per difenderci, anzi, questi non ci interessano; prendiamo e uccidiamo animali innocui e domestici, inoffensivi e senza denti per mordere, animali che - per Zeus! - sembra che la natura abbia generato per la bellezza e la grazia. Tra questi animali abbiamo incluso anche gli asini, ovviamente - n.d.r..Per un piccolo pezzo di carne togliamo ad un'anima il sole, la luce, il tempo della vita per cui fu generata ed è venuta ad esistere. Inoltre, riteniamo che quei suoni e quelle grida che si levano, non siano che voci inarticolate, prive di significato, e non siano invece, preghiere, suppliche, richieste di giustizia. Sappiamo che ci sono uomini che affermano che il principio della sarcofagia (l'atto di mangiar carne - n.d.r.) è nella natura stessa dell'uomo, ma in realtà, che l'uomo non sia carnivoro per natura risulta innanzitutto evidente dalla struttura del suo corpo. Infatti il corpo umano non assomiglia a nessuno di quelli generati per nutrirsi di carne: non ha becco adunco, non ha artigli appuntiti, non ha stomaco robusto, non ha umori caldi capaci di digerire e di assimilare la pesante alimentazione carnea. La nostra stessa natura nega la disposizione a mangiar carne, con la levigatezza dei denti, la piccolezza della bocca, la morbidezza della lingua, l'inadeguatezza dell'umore per la digestione. Se invece tu ritieni di essere stato generato per questo tipo di alimentazione, allora uccidi tu stesso quell'animale che vuoi mangiare, uccidilo da solo, senza coltello, senza bastone, senza scure. Come i lupi, gli orsi, i leoni, uccidono da soli ciò che mangiano, ammazza con un morso un bue o un asino - n.d.r., sbrana con la bocca un maiale, un agnello o una lepre e mangiali, gettandoti loro addosso mentre ancora sono vivi, come fanno gli altri animali. Se invece aspetti che ciò che ti appresti a mangiare diventi cadavere e ti crea disagio scacciare la vita che vi dimora, perché agendo contro natura, mangi ciò che è privo d'anima? Ma neppure il corpo morto com'è si può mangiare; infatti lo si lessa, lo si arrostisce, lo si trasforma con fuoco e spezie, rendendolo diverso, modificando e attenuando il sapore del sangue con innumerevoli condimenti, perché il gusto, ingannato, accetti ciò che per natura gli è estraneo. Ma, al di là di questi motivi, non vi sembra meravigliosa la consuetudine di amare gli altri? Quale mortale penserebbe di maltrattare una creautura umana, se verso esseri che non sono della sua razza e della sua specie avesse costantemente professato la dolcezza e l'umanità? Prima si cominciò con l'uccidere gli animali selvatici, poi fu dilaniato un uccello o un pesce, cosicché intemperanza e ingiustizia dilagarono sempre più, fino ad uccidere il bue, nostro operaio, la pecora che ci veste, il gallo guardiano della nostra casa, e così, poco a poco, si pervenne al sangue, agli omicidi, alle guerre. |
Nonostante la solita indifferenza generale, qualcuno ha apprezzato ugualmente il nostro messaggio civile. Tra questi:
- alcune persone di passaggio;
- un addetto al servizio di sicurezza della sagra, che ha definito "coraggiosa" la nostra iniziativa in un contesto come quello, per dar voce ai senza voce, gli animali;
- persino un'addetta dello staff della sagra, che pur pensandola diversamente da noi, apprezzava la nostra tenacia e determinazione;
- anche il vice presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Domenico Ravetti, persona sensibile, che avendoci visto da lontano, a livello puramente personale, è venuto a stringere la mano a ciascuno dei partecipanti al presidio. Domenico ("Mimmo") Ravetti, nel suo primo mandato da sindaco di Castellazzo Bormida, sostituì la tradizionale mostra-mercato del bestiame, con annesso "Palio dell'oca", con dei giochi per i bambini.
Forse sono molti di più coloro che riconoscono l'inutile crudeltà sugli animali (l'allevamento, il trasporto, il macello), solo per passare una serata in compagnia alla sagra, ma non lo ammettono esplicitamente, preferiscono abbassare lo sguardo e allungare il passo.