Dopo la chiusura forzata per due anni per via della pandemia di COVID-19, quest'anno è tornata la sagra dei salamini d'asino, 45° edizione, a Castelferro di Predosa (AL). Sabato 20 agosto si è svolta una manifestazione statica da parte di una dozzina di attivisti muniti di cartelli e uno striscione vicino all'ingresso della sagra per esprimere dissenso contro la promozione del consumo di carne perpetrato dalle sagre come questa e al contempo per testimoniare che ci si può nutrire benissimo senza far del male a nessuno.

Uno dei volantini distribuiti all'ingresso della sagra

Il presidio si è svolto in due tempi. Dalle 19 alle 20,30 con volantinaggio davanti l'ingresso ed esposizione di cartelli e uno striscione. Dalle 20,30 alle 22,30 con interventi a voce per mezzo di un impianto audio portatile. I cartelli erano tenuti affiancati l'uno all'altro dagli attivisti. il messaggio ripetitivo, semplice e immediato: "LASCIALO VIVERE", "PENSI A CHI MANGI?" e "RISPETTA GLI ANIMALI, NON MANGIARLI". A seguire uno striscione con la scritta "STIAMO ANDANDO A MORIRE PER LA TUA GOLA"

Il volantinaggio è sempre utile per lasciare alle persone in ingresso e in uscita qualcosa di scritto, su cui riflettere, se non subito, anche in un secondo momento. A volte scatta in loro qualcosa, come la decisione di non mangiare carne quella sera, o chissà, molto più raramente, iniziare a farsi delle domande per smettere di mangiare carne definitivamente.

Alla fine del volantinaggio sono seguiti gli interventi a voce diretti agli organizzatori della sagra, di abbandonare questa usanza di massacrare ogni anno asini e organizzare una sagra etica, nel rispetto della vita di tutti, animali compresi. Ai ragazzi e ragazze di Castelferro, che se non torcerebbero un pelo al loro cane o gatto, prestano servizio in queste sagre dove altri animali sono ammazzati, di essere messaggeri di un messaggio nuovo, di riconciliazione con la natura e la Terra. Gli interventi sono stati diretti anche agli avventori della sagra, di non essere complici dell'assassinio degli animali, smettendo di mangiarli.

Al menefreghismo, all'ignoranza becera e crassa, all'arroganza di alcuni onnivori, si rispondeva per le rime, di provare a farsi un giro in un macello così da perdere l'aria tronfia di superbia nei confronti di creature, gli animali, che nulla ci hanno fatto e hanno il diritto di vivere come noi. Alcuni vedono la nostra sensibilità verso gli animali come sentimentalismo, o peggio, debolezza, trascurando così una parte fondamentale della nostra umanità.

E un bel "VERGOGNA!" a qualche spavaldo, ogni tanto ci stava...


Foto di Bruno Stivicevic.