Domenica 27 giugno si è disputato il Palio del Barbarossa al Forte Acqui, manifestazione medievale organizzata dalla Associazione Aleramica di Alessandria, con la corsa di cinque cavalli in rappresentanza di cinque contrade. Questi spettacoli, come i molti palii di cavalli che tentano di imitare il modello senese, quelli di asini, anatre, oche, i rodei americani che si vanno sempre più diffondendo, ecc., sono lesivi del benessere e dell'incolumità psico-fisica degli animali e li espongono al pericolo di incidenti anche mortali.

A difesa di queste usanze viene solitamente invocata la tradizione storica, ma molte di queste manifestazioni sono di recentissima introduzione. Riteniamo che nessuna tradizione fondata sullo sfruttamento, ma anche solo sull'utilizzo strumentale di altre specie, possa essere degna di essere riproposta, né considerata patrimonio culturale, poiché si pongono in netto contrasto con ciò che definiamo progresso morale.

L'etologia ha gettato le basi per aprire un serio dibattito sulla necessità di includere anche gli animali non umani nella sfera della considerazione morale. Da anni le associazioni per la difesa e la protezione degli animali sono impegnate a sollevare la cortina di abitudine e di indifferenza che ancora ricopre l'uso di animali nelle manifestazioni popolari. Per risolvere questo problema non si chiede l'abolizione di queste feste, ma di modificarle in modo che in esse non vengano più usati animali.