La nuova Legge contro il maltrattamento di animali è entrata in vigore il primo agosto 2004. Sebbene introduca degli importanti elementi innovativi (inasprimento delle sanzioni con ammende fino a 60mila euro e reclusione fino a tre anni) per chi abbandona o maltratta animali o organizza competizioni non autorizzate o combattimenti clandestini, essi non sono giudicati sufficienti a bilanciarne gli aspetti negativi.
A sostenerlo sono un ampio cartello di associazioni animaliste (oltre 50) e vari gruppi animalisti di lavoro. Per prima cosa la nuova legge tutela il "sentimento dell'uomo" nei confronti degli animali (pur sempre cose, quindi) fino al punto da definire "delitto" nel proprio titolo non tanto il maltrattamento inferto all'animale, ma "l'offesa al comune sentimento di pietà umana". Il titolo della legge difatti è Dei delitti contro il sentimento per gli animali.
La nuova legge limita l'applicazione delle norme per i reati più gravi nella pratica ai soli animali d'affezione escludendo esplicitamente ogni loro applicazione in materia di caccia, pesca, allevamenti, trasporto, macellazione, sperimentazione, attività circense, zoo. Mantiene un'unica norma ancora applicabile a tutti gli animali, punita per di più come semplice contravvenzione: la detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura (vecchio art. 727 c.p.), che però dev'essere anche produttiva di gravi sofferenze. Ciò significa che i nostri politici si sono accorti che, interpretando alla lettera il vecchio 727, zoo e circhi avrebbero dovuto chiudere! E hanno quindi provveduto a eliminare questo rischio!
Non è finita. Permette di autorizzare feste e manifestazioni che utilizzano animali vivi anche se queste comportano strazio o sevizie, poiché su richiesta delle Regioni, tali manifestazioni potranno essere escluse dalla nuova normativa per la loro importanza "storico-culturale" (in questo modo potranno essere legalizzate feste come la crudele corsa dei buoi di Chieuti, i palii, ecc.). Limita nella pratica la possibilità di intervento delle guardie zoofile delle associazioni, ai soli maltrattamenti di cani e gatti.
In definitiva, tutti quegli animali che sono considerati oggetti, merce di scambio, macchine per gli interessi economici di allevatori, pellicciai, vivisettori, cacciatori, pescatori, verranno in sostanza ancor meno tutelati dalle terribili crudeltà perpetrate quotidianamente ai loro danni. Siamo allibiti davanti a tanto. Vergogna su tutti i politici che hanno votato a favore e approvato un tale pasticcio giuridico.