Sabato 9 aprile, in Viale Teresa Michel ad Alessandria, presso i "baracconi" del Luna Park, abbiamo manifestato contro la vendita degli animali di fronte all'automezzo di un commerciante di animali con volatili di varie specie e altri animali. Molte persone hanno potuto leggere gli striscioni: "Gli animali non sono merce" e "Gli amici non si comprano", sia tra chi si recava alle giostre, sia tra chi era di passaggio in auto nei pressi della rotonda.
In Alessandria, come ogni anno, insieme alle festività pasquali arriva il Luna Park. Non manca mai un automezzo a vetri strapieno di uccelli, roditori e pesciolini. Tra gli uccelli, sono molti i pappagalli, alcuni anche di grossa taglia, in gabbie strette e affollate, sotto la luce dei riflettori, al frastuono delle giostre e alla confusione della gente fino a notte fonda. Una situazione veramente molto penosa per questi animali. Molti uccelli sono malati e spiumati. I coniglietti si stringono in un angolo della loro gabbia-prigione. Ecco ciò che riteniamo un'altra forma di sfruttamento degli animali, un'altra "normale" forma di schiavitù accettata dalla nostra società: animali come oggetti, "cose" da comprare come si compra un qualunque soprammobile.
La schiavitù è stata abolita e pensiamo che la sfida per il terzo millennio sia abolire anche la schiavitù e le vessazioni cui gli animali sono ancora costretti oggi: dagli animali negli allevamenti, sfruttati per diventare cibo, a quelli rinchiusi nel laboratori di vivisezione, da quelli cacciati per "sport" a quelli uccisi per farne pellicce, da quelli usati per divertimento nei circhi a quelli rinchiusi in gabbie per tutta la vita, colpevoli per loro sfortuna, di avere un bel canto, dei magnifici colori o di essere particolarmente intelligenti, come i pappagalli.
Il Mahatma Gandhi disse che la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. Questo processo inizia dal capire che gli animali non sono né oggetti né merce, ma esseri viventi coscienti e sensibili che hanno diritto a nascere e vivere liberi. La manifestazione intendeva sensibilizzare le persone a non essere complici di chi rinchiude gli uccelli tra le sbarre tutta la vita, indipendentemente che questi animali siano nati in natura o in cattività.