Domenica 17 luglio, in Piazzetta della Lega ad Alessandria, abbiamo offerto spunti di riflessione e informazione su uno stile di vita che raccoglie sempre più consensi in tutto in mondo, e in Italia in particolare, uno stile di vita senza crudeltà: lo stile di vita vegan.

Vivere vegan significa rispettare in toto gli animali, prima di tutto non mangiandoli, ma neppure vestendosi con le loro pelli o utilizzando prodotti su di loro testati. Un vegan, insomma, non partecipa a tutto ciò che comporta lo sfruttamento e l'uccisione di animali: niente carne e niente pesce, ma neppure latte, uova e miele (ammessi invece dai vegetariani), sostituiti da un'ampia varietà di prodotti vegetali. Si tratta di una scelta che oltre a essere rispettosa al 100% degli animali, lo è anche dell'ambiente, perché ha un'impronta ecologica molto minore della dieta oggi considerata "normale", quella onnivora, ed è più salutare.

Per dimostrare che vivere vegan si può, e anzi, si deve, il nostro stand era costituito da mostre con illustrazioni e foto. Si può diventare vegan per motivi etici (per non far soffrire gli animali, né ucciderli per mangiarli), per motivi ambientali, sociali, culinari e storici. I libri e i materiali informativi sul banchetto informativo permettono di approfondire l'argomento e capire cosa sono oggi gli allevamenti (sia intensivi che biologici) e i macelli. Il tutto per stimolare nelle persone la consapevolezza di quanta sofferenza animale ci sia in un piatto di carne, nel latte e nelle uova.



Oltre all'aspetto etico, abbiamo esposto la nuovissima mostra dal titolo "Vacche grasse, bambini magri e foreste disboscate" che riguarda l'aspetto ecologista della scelta vegan. Al tavolo informativo abbiamo presentato il libro "Ecologia della nutrizione: valutazione dell'Impatto ambientale di diverse tipologie di alimentazione", presentato in anteprima, meno di un mese fa, al VegFestival di Torino.

Lo studio analizza l'impatto ambientale di diverse diete (onnivora, vegetariana, vegan) e di diversi metodi di produzione alimentare (intensivo, biologico) utilizzando la metodologia denominata Life Cycle Assessment (LCA), che esamina tutto il processo di produzione e consumo del cibo, dalla coltivazione allo smaltimento dei rifiuti. Dallo studio è emerso che:

La dieta alimentare meno impattante in assoluto è quella basata esclusivamente su cibi vegetali: frutta (sia fresca che secca), verdura, ortaggi, cereali e legumi biologici. L'impatto ambientale risulta dieci volte minore rispetto a quello di una "normale" dieta dell'italiano medio.

Complice il bel tempo, la mostra è stata visitata durante tutta la giornata da persone di tutte le età. Solo tra mezzogiorno e le due c'è stato un calo di visite. Ne abbiamo approfittato per una birretta fresca a un tavolino della piazzetta.