Giovedì 16, sabato 18, domenica 19 e mercoledì 22 agosto, a Castelferro, abbiamo posto "sul piatto" degli avventori e organizzatori della sagra, il problema etico (sofferenza e morte degli animali), sociale (fame nel mondo), ambientale (deforestazione, perdita di biodiversità, inquinamento, cambiamenti climatici) e salutista connesso al consumo di carne.
Sono diversi anni che Castelferro (AL) viene boicottata dagli animalisti con presidi. Non tanto per convincere la gente a non entrare alla sagra, quanto per mostrare che esistono delle alternative, modi di vivere che non nuocciono agli animali e all'ambiente (e alla salute). Uno diventa vegetariano per una somma di esperienze. Quella di incontrare dei vegan a una sagra carnivora, potrebbe essere un addendo che va ad aggiungersi a questa somma.
Le sagre costituiscono un luogo preferenziale per parlare/informare in poche ore migliaia di persone che sono lontane anni luce dal vegetarismo e che diversamente non potremmo raggiungere. Non serve molta preparazione per poter eseguire dei presidi con cartelli e volantini, basta notificare qualche giorno prima a Questura e vigili e preparare i volantini e i cartelloni, che poi si possono riutilizzare altre volte.
La strategia migliore per comunicare si è rivelata essere quella di andare incontro ai vari gruppetti che attendevano di entrare (sì perché la gente era così tanta che c'erano i numeri come in mensa...) e, con una scusa banale tipo "che ne pensate di questo argomento?", attaccare bottone per stimolare curiosità e indirizzare la gente a noti siti web su cui trovare informazioni sui "perché" della scelta vegan.
Non siamo però ben visti nel paese. A molti non è andato giù il cartello con la scritta "CASTELFERRO senza compassione per gli animali". Ma si spera che questa provocazione serva a insinuare un dubbio sulla eticità di questa sagra e magari il prossimo anno non ripeterla. Non è mancato qualche battibecco con qualcuno degli avventori. Ma succede, è normale. L'importante è non rispondere alle provocazioni con altre provocazioni. Ci siamo limitati a distribuire volantini e a parlare con chi era interessato.
Le sagre non sono feste per gli animali, l'insegna luminosa dell'asinello con la coda che si muove e la scritta lampeggiante "hi ho!" sono la beffa che si aggiunge al danno per questi poveri animali.
Ecco una breve carrellata di frasi tipiche che sentivamo dire dalla gente:
- Ma allora questi non mangiano nemmeno le mucche?
- E perché le scarpe e le borse di pelle non le usate?
- Non sapete cosa vi perdete...
- Con tutti bambini che muoiono di fame...
- Non ci credo che a casa vostra non mangiate carne.
- Io ho 30 galline e cosa ne devo fare?
- Perché non andate davanti ai macelli?
- Io mangio solo gli agnolotti...
Ma c'era anche chi prendeva consapevolezza di qualcosa che fino a quel momento non aveva mai considerato. Come una signora che avendo sentito tutte le torture compiute dall'uomo sugli animali ha detto: "ma hanno ragione, hanno ragione!". Le abbiamo chiesto di mettersi con noi e il marito le ha preso il braccio e l'ha portata dentro... Parecchi uscivano giurando che non avevano mangiato carne, naturalmente noi consigliavamo di continuare così.