Sabato 25 agosto e lunedì 3 settembre si sono tenuti due presidi di protesta contro i piani di abbattimento di caprioli autorizzati dalla Regione Piemonte perché considerati in soprannumero. Attivisti di molte associazioni animaliste e ambientaliste (AgireOra, ENPA, LAC, LAV, Legambiente e UNA), insieme a tante altre persone provenienti singolarmente anche dalla confinante Liguria, per un totale di oltre quaranta partecipanti, hanno manifestato il loro sdegno verso queste stragi legalizzate di animali.
Il primo presidio, organizzato da AgireOra Alessandria, si è tenuto il 25 agosto a Ovada, in Via Piave 4, davanti l'ingresso del Centro di controllo dell'ATC 4 Ovadese-Acquese, preso a simbolo di queste manifestazioni per essere quello in cui confluisce il maggiore numero di caprioli abbattuti (154 caprioli dal 16 agosto al 4 settembre, su un totale di 585 in tutta la provincia di Alessandria e 4430 in tutto il Piemonte)
Animalisti contro cacciatori di caprioli. Da una parte megafoni, campanacci e cartelli, dall'altra uomini in mimetica con la doppietta in spalla e l'animale morto nella jeep. Un anno dopo la scena si è ripetuta. Il 24 agosto 2006, infatti, sempre un sabato mattina, i difensori degli animali misero in atto una protesta senza precedenti contro gli abbattimenti selettivi, un caso che divenne nazionale e catalizzò per settimane l'attenzione dei giornali e delle televisioni.
Un momento di tensione si è avuto all'arrivo di un fuoristrada con due cacciatori a bordo (uno giovane e uno più anziano) di rientro da una battuta di caccia, in Via Piace, passaggio obbligato per arrivare dai boschi al Centro di controllo. I manifestanti hanno fatto barriera costringendo il fuoristrada a fermarsi. Il cacciatore, ha tentato di fare retromarcia e per poco non investiva un manifestante. Per reazione è stato spaccato uno specchietto laterale della jeep. L'intervento dei Carabinieri ha impedito ulteriori conseguenze. Per impedire ulteriori contatti tra manifestanti e cacciatori, gli altri cacciatori in arrivo sono stati dirottati al Centro di controllo di Acqui Terme.
Il secondo presidio si è svolto il 3 settembre a Torino, davanti al Palazzo della Regione Piemonte in Piazza Castello, dato che il problema è a monte, è politico. Dopo i sit-in del 2006 si potevano trovare alternative alla caccia di selezione, invece è mancata la volontà politica di farlo. Oltre a questo sono stati presentati da ENPA due nuovi ricorsi al TAR contro la Regione Piemonte con cui si contesta la modalità con cui viene eseguito il censimento degli animali da abbattere.