Abbiamo letto un articolo pubblicato su IL PICCOLO di Alessandria in data 9 luglio titolato: "Problema delle nutrie: quali metodi e tutela?" su un incontro tecnico-operativo sul problema della presenza delle nutrie nei pressi del torrente Ossona, tenutosi lo scorso 3 luglio. Le dichiarazioni dei relatori si possono riassumere in questa frase: "Combattere le nutrie per la salute pubblica e tutelare chi fa la lotta; è questo l'obiettivo a cui dovremo arrivare".
Ci preme fare alcune precisazioni che riteniamo doverose:
- Le nutrie non sono "grossi topi", come scritto nell'articolo ma castori il cui nome scientifico esatto è "Myocastor coypus" (non "Myocastor corpus"). Il paragone con i topi è terribilmente impressionante nell'immaginario collettivo e fonte di allarmismo volto solo a giustificarne l'eradicazione.
- Le nutrie vivono tipicamente in ambienti sani (le rogge e le campagne) e in base ai dati provenienti da istituti zooprofilattici, non sono portatrici primarie di patologie. Le nutrie non vivono pertanto nelle reti fognarie, come scritto nell'articolo, a meno che non sia l'uomo a trasformare le rogge e i canali irrigui in fogne.
- La salute della nutria dipende dalla salute dell'ambiente, per cui non sono gli animali che trasmettono patologie bensì un ambiente di per sé insano, e spesso una cattiva condizione ambientale è causata proprio dall'uomo.
- Le nutrie sono animali originari del Cile e dell'Argentina, sono state introdotte in Europa per la produzione di pellicce, il cosiddetto castorino. In seguito al crollo del mercato delle pellicce di nutria si verificarono le loro prime immissioni in natura, sia volontarie che accidentali, ad opera degli stessi allevatori, a cui vanno attribuite pertanto tutte le responsabilità.
- Le nutrie sono animali vegetariani e non arrecano alcun disturbo alla fauna, non mangiano né uova né nidiacei, difatti l'avifauna vive in completa armonia con il roditore.
- Le soluzioni cruente come l'abbattimento delle nutrie tramite fucile o la loro cattura con le gabbie e successiva soppressione hanno dimostrato la loro inefficacia. L'eradicazione ne favorisce la proliferazione. In natura le nutrie si autoregolano e hanno un tasso riproduttivo poco elevato rispetto agli altri roditori, ma se l'uomo uccide diversi esemplari è esso stesso che favorisce l'incremento di questa specie.
- I predatori naturali delle nutrie, sono i mustelidi, volpi, lupi, pesci (siluro, luccio), rapaci e ciconiformi. Chiaro che se gli agricoltori, i consorzi di bonifica e i cacciatori hanno sterminato proprio i nemici naturali della nutria allora non devono poi piangere miseria, sono loro stessi i responsabili di questo squilibrio.
- "Tutelare chi combatte le nutrie"... no comment; ormai il danno è fatto, lo ha provocato come sempre l'uomo, e bisogna convivere con questi animali, non incolparli o sterminarli.
- Occorre indirizzare le risorse per trovare soluzioni vere e non cruente. I predatori naturali o tecniche di ingegneria ambientale, unite alla conoscenza delle abitudini di questo straordinario roditore, la nutria, sono fondamentali per una convivenza pacifica.
Auspichiamo pertanto che il tavolo di concertazione sul "problema" nutrie varato dall'assessore Giancarlo Caldone affronti la situazione individuando i possibili rimedi non cruenti. Ricordiamo che Giancarlo Caldone è anche assessore ai Diritti degli animali, quindi si tratta di una buona occasione per dimostrarlo nei fatti.