Oggi l'acquacoltura è l'industria alimentare che cresce più rapidamente al mondo. Il film UNTIL THE END OF THE WORLD racconta l'incredibile incremento degli allevamenti in mare di spigole, orate, salmoni, gamberi e altri pesci che si trovano sui banconi del supermercato o nei menù dei ristoranti. Abbiamo l'opportunità di mostrare questo film in Alessandria nella Giornata Mondiale dell'Ambiente, mercoledì 5 giugno 2024 con inizio alle ore 21 presso il Museo "C'era una volta", Piazza della Gambarina 1, con ingresso libero.

Il documentario rivela come la FAO abbia posto gli allevamenti di pesce alla base della Blue Transformation, la strategia delle Nazioni Unite per aumentare la produzione globale di cibo con un maggiore ricorso alle risorse marine, e ciò ne ha determinato l'aumento esagerato. Un sostegno incondizionato che ha portato enormi investimenti all'industria ittica che sta crescendo a dismisura in tutto il mondo con pesanti ricadute a livello ambientale. Una crescita che ricorda quella che ebbero gli allevamenti intensivi a terra qualche decennio fa.


Tra il 2001 e il 2020, l'UE ha destinato 2,9 miliardi di euro allo sviluppo dell'acquacoltura, allineandosi alla posizione della FAO che sosteneva fortemente gli allevamenti ittici

UNTIL THE END OF THE WORLD (Italia, 2024, 58') è stato realizzato dal giornalista e regista Francesco De Augustinis e prodotto all'interno del progetto ONE EARTH il cui scopo è fare informazione seria, indipendente e approfondita sui temi legati all'iper intensificazione della produzione zootecnica nel mondo, la deforestazione, la sicurezza alimentare, la nascita di nuove minacce sanitarie globali.

«L'idea del documentario è quella di raccontare e connettere l'esperienza di diverse comunità che in modo indipendente, in diverse parti del mondo, lottano contro l'espansione degli allevamenti di pesce. Dall'Italia, alla Grecia, dalla Spagna al Senegal, fino alle acque un tempo incontaminate della Patagonia cilena, il film espone i conflitti per le risorse che questa industria produce, realizzando enormi profitti e proponendosi come paladina della sostenibilità.» - Francesco De Augustinis


Un allevamento di orate in Italia

Il documentario sta contribuendo a far crescere il dibattito su questo tema in Italia, dove sempre più testate stanno raccontando l'impatto ambientale, sociale, etico, di questa nuova forma di allevamento intensivo. Tralasciando per un momento gli aspetti meramente etici riguardanti l'allevamento e l'uccisione a qualunque scopo degli animali, pesci compresi, siamo comunque felici di questo cambio di narrativa sugli allevamenti ittici, raccontati fino a ieri come "un modello green" perfettamente sostenibile a fronte di una popolazione mondiale che potrebbe raggiungere 9,7 miliardi di persone nel 2050.

Il film di De Augustinis è già vincitore dell’Environment Award 2024 al 21° International Ocean Film Festival di San Francisco. Partecipa, tra gli altri, alla selezione ufficiale di Cinemambiente 2024 a Torino, dove sarà proiettato il 5 giugno. Nella stessa data lo si potrà vedere anche in Alessandria al Museo "C'era una volta" alle ore 21, con ingresso libero a partire dalle 20,30.

Sito ufficiale:
https://www.one-earth.it/until-the-end-of-the-world-ita


Alcuni dati sugli allevamenti di pesce

L'industria alimentare che cresce più rapidamente al mondo:

  • Oggi l'acquacoltura è l'industria alimentare che cresce più rapidamente al mondo, tanto che in pochi decenni il volume prodotto dagli allevamenti di pesce, molluschi, alghe ha superato le quantità di pescato.
  • Nel 2021 la produzione acquicola dell'UE ha raggiunto un totale di 1,13 milioni di tonnellate e un valore di 4,17 miliardi di euro.
  • In una prospettiva decennale, dal 2012 al 2021 la produzione acquicola totale dell'UE è aumentata di 115.281 tonnellate, ovvero del +11%, mentre il suo valore in termini reali è cresciuto di un notevole +34%, ovvero di 978 milioni di euro.
  • In termini di volume, nel 2021 i cinque maggiori produttori in acquacoltura sono stati Spagna, Francia, Italia, Grecia e Polonia.

Questa crescita esponenziale è frutto di una precisa volontà politica, che in Europa si è tradotta anche in ingenti investimenti pubblici.

  • L'Unione Europea ha stanziato circa 2,9 miliardi di euro tra il 2001 e il 2020 per sostenere lo sviluppo dell'acquacoltura e una cifra analoga per il piano successivo.
  • In Italia tra il 2014 e il 2020 sono stati stanziati 173.6 milioni di euro per lo sviluppo di progetti di acquacoltura (fondi comunitari e nazionali). L'area di maggiore espansione è il golfo di Follonica.
  • Nel 2011 il governo greco ha varato un piano per aumentare la produzione nazionale di acquacoltura (oggi 131 mila tonnellate, per oltre il 70% spigole e orate) a 235 mila tonnellate entro il 2030.

Enorme impatto ambientale degli allevamenti di pesce, per esempio in Grecia:

  • Le aziende ammettono un utilizzo frequente in mare di antibiotici e antiparassitari, tra cui la formaldeide.
  • Per ogni 100 tonnellate di spigole e orate prodotte sono riversate in mare 9 tonnellate di nitrati.
  • Per ogni 1000 tonnellate di spigole prodotte sono riversate in mare 2,16 tonnellate di feci e 0,21 tonnellate di mangimi non consumati.

Il paradosso: i pesci selvatici usati per nutrire i pesci di allevamento.

  • Uno studio pubblicato a febbraio 2024 stima che nel mondo vengono pescati fra 1.100 e 2.200 miliardi di pesci. Poiché per produrre olio e farina di pesce si usano in prevalenza piccoli pelagici (es. sardine), lo studio stima che circa la metà dei pesci viene trasformata in farina e olio di pesce (tra 490 e 1.100 miliardi di individui).

Il documentario denuncia l'accaparramento di pesci selvatici, in particolare in Africa occidentale, per produrre mangimi per pesci carnivori come spigole e orate, ma anche salmoni, trote, tonni, gamberi. Gran parte della farina e dell'olio di pesce viene dal Sudamerica, in particolare dal Perù, dove i piccoli pelagici soffrono una condizione di ipersfruttamento. Il documentario si concentra però sul ruolo assunto dai Paesi dell'Africa Occidentale come produttori di farina e olio di pesce, che esportano in Cina e Europa.


Deposito di krill a Montevideo e proveniente dall'Antartico destinato a produrre farina di pesce