Tutti gli anni in concomitanza con la "Festa della mamma" l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro è presente nelle piazze con le sue "Azalee della ricerca" i cui proventi della vendita purtroppo vanno a finanziare anche la vivisezione. In Alessandria la piazza era Piazzetta della Lega, domenica mattina 12 maggio, e un attivista antivivisezionista ha esibito un cartello e porto a chi gli si avvicinava un pieghevole informativo sulle associazioni di ricerca medica che ancora finanziano la vivisezione. Dopo due brevi interventi a voce, alla fine di due ore di presidio, un volontario AIRC ha fatto intervenire la Polizia.
Il volontario AIRC voleva sapere quali fossero le ricerche con animali finanziate dalla sua associazione, dimostrando così di non essere neanche informato. Ma è la stessa AIRC a dichiararlo in un recentissimo comunicato stampa, che però tace dell'utilizzo di topi e del loro "sacrificio" a 12 settimane di vita: parlano sì di esperimenti su animali, ma citano solo il moscerino della frutta come animale utilizzato. In realtà, leggendo bene l'articolo originale pubblicato sulla rivista Nature:
https://www.nature.com/articles/s41467-019-09152-7
si scopre che, oltre alle colture cellulari umane, che sicuramente danno risultati applicabili agli esseri umani, i ricercatori hanno sprecato tempo, soldi e soprattutto vite, a fare esperimenti inutili anche sulle cellule dei topi, uccidendoli appositamente. O meglio, "sacrificandoli", come dicono loro: il linguaggio usato dai vivisettori è questo, da sempre. Loro non uccidono, "sacrificano".
Leggiamo che sono state usate "le ghiandole mammarie di topi femmina vergini di età di 8-12 settimane", e che "il fegato è stato rimosso velocemente da topi eutanasizzati e i tessuti sono stati finemente macinati con le forbici e lavati per rimuovere i coaguli di sangue". E ancora, che cellule staminali "sono state isolate da topi di 12 settimane. I topi sono stati anestetizzati, sacrificati e i loro femori sono stati prelevati".
Dopo due ore di presidio silenzioso, rivolgendosi alle persone lontane in coda al banco dell'AIRC, l'attivista ha detto a voce alta per farsi sentire: "Forse non tutti sanno che tra le associazioni di ricerca medica, l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, impiega parte delle donazioni per finanziare anche ricerche basate sul modello animale, pertanto comprando l'Azalea della ricerca, si finanzia anche la vivisezione". E poi ancora: "Le informazioni sono liberamente disponibili su Internet, informatevi". L'intervento non è stato gradito da uno dei volontari AIRC, il quale avvicinandosi all'antivivisezionista gli ha proibito di dire quelle cose alle persone in fila. Ha quindi avvisato la Polizia, che poco dopo è sopraggiunta.
Dispiace che siano state scomodate le forze dell'ordine per aver detto quello che l'AIRC, come altre associazioni di ricerca medica, e i mezzi di informazione in generale, tendono a non dire al pubblico. Il volontario AIRC aveva avvisato la Polizia dicendo che l'antivivisezionista diceva ad alta voce di non comprare le azalee perché finanziano la vivisezione, ma le parole esatte usate dall'attivista non erano quelle, bensì: "comprando l'Azalea della ricerca, si finanzia anche la vivisezione", non c'è stato alcun impedimento, come dire: ora perlomeno lo sapete e potete fare secondo vostra coscienza.
L'attivista non aveva ritenuto necessario presentare in Questura regolare preavviso di riunione in luogo pubblico, essendo stato da solo. Dopo un colloquio con gli agenti ha lasciato la piazzetta. Alcuni passanti lo hanno ringraziato per le informazioni ricevute.
Le associazioni di ricerca medica non sono obbligate dalla legge a finanziare esperimenti su animali, è una loro libera scelta. Il nostro auspicio pertanto è che l'AIRC smetta di finanziare ricerche che prevedono l'utilizzo di animali, già lo fa per alcuni tipi di ricerche. Finché si continueranno a sperperare soldi per esperimenti su animali, non avremo alcun reale progresso scientifico, un insulto alla vita degli animali e alla vita dei malati. |