Stamattina 25 febbraio Marina Berati ha tenuto una conferenza sull'antivivisezionismo scientifico a un gruppo di classi di III, IV e V dall'Istituto Federico Torre di Acqui Terme, una scuola a indirizzo chimico-biotecnologico. Gli studenti che usciranno da questa scuola potrebbero diventare futuri ricercatori nell'ambito delle biotecnologie e svolgere anche esperimenti su animali. La conferenza aveva lo scopo di mostrare la fallacia del modello animale e mostrare le alternative.
L'incontro con la scuola è stato organizzato da AgireOra in collaborazione con la referente alla salute della scuola, Luciana Reschia, che ci ha conosciuto nel corso di un banchetto informativo in Alessandria l'anno scorso. Marina Berati è coordinatrice del gruppo di lavoro Novivisezione.org, dal 1993 si occupa di antivivisezionismo scientifico e collabora al progetto italiano "Didattica senza animali".
In Italia ogni anno quasi un milione di animali vengono usati e poi uccisi in laboratorio per test di vario genere: questa è la vivisezione ammessa dalla legge, e spesso resa obbligatoria. La presentazione ha spiegato il perché, da un punto di vista scientifico, la vivisezione non solo non è necessaria e non è utile, ma è, spesso, dannosa, perché porta a risultati fuorvianti o inutili.
Per il singolo cittadino è difficile opporsi alla vivisezione, perché troppe sono le leggi, nazionali e internazionali, che la regolamentano. Ma ci sono alcune piccole scelte che ciascuno di noi può compiere nella vita di tutti i giorni per ostacolare la vivisezione. Durante la conferenza è stato spiegato cosa può fare ciascuno di noi: utilizzare cosmetici non testati sugli animali, fare attenzione ai destinatari delle donazioni alle associazioni per la ricerca medica (spesso parte dei fondi raccolti sono utilizzati per finanziare ricerche che utilizzano animali), partecipare a campagne di protesta, distribuire materiale informativo. Molto importante per gli studenti: esercitare il diritto di obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.