Si è conclusa la quinta edizione di "Animali e Umani", il ciclo di quattro conferenze sul rapporto uomo-animale. Questo ciclo ha trattato per la prima volta dei risvolti educativi di questo rapporto, e le sue conseguenze, nelle prime due conferenze, una su l'educazione antispecista e l'altra sul circo con animali, a cura dell'associazione Zona Franca. È seguita una conferenza sulla scelta vegan a 360 gradi e una sui prodotti non testati su animali.

Il primo incontro con Francesca Sorcinelli ed Elisabetta Coruzzi ha esplorato/ipotizzato una branca della pedagogia ancora nuova, la pedagogia antispecista. La realtà ci mostra che non si possono inferire comportamenti dalle sole conoscenze che si hanno, perché pur avendo certe conoscenze sull'ecologia, sull'inquinamento, sul trattamento degli animali, ecc., le persone continuano a comportarsi nello stesso modo.

Si tratta di rimettere in discussione l'intero patrimonio educativo basato sull'antropocentrismo per iniziare un lavoro di cambiamento culturale. Non ci può essere una vera coscienza ecologica se introiettata in un contesto antropocentrico. Perché un messaggio si trasformi in coscienza ecologica e in comportamento quotidiano, ha bisogno di trovare un terreno fertile.

Primo compito della pedagogia antispecista è perciò creare un uomo in grado di riaprire il dialogo con il resto dell'universo vivente attraverso un paradigma olistico-biocentrico secondo cui la natura è un tutto armonico e indivisibile di cui l'essere umano è parte tra le altre ed è perciò chiamato al rispetto nei loro confronti. Secondo compito della pedagogia antispecista è superare la frattura tra l'uomo e la realtà esterna creata dal paradigma antropocentrico. Terzo compito è creare il substrato culturale necessario alla connessione dell'essere umano con l'universo vivente, animale e vegetale.

Il secondo incontro con Massimo Tettamanti e Francesca Sorcinelli, ha approfondito il tema della violenza sugli animali a scopo ludico, come avviene nel circo con animali. Si tratta di "tradizioni" che desensibilizzano all'empatia, il circo atrofizza il senso empatico. Attività ludiche dove si ride della sofferenza altrui producono nei bambini una diminuzione dell'empatia, della capacità cioè di immedesimarsi negli altri, una delle qualità umane più efficaci per prevenire, diminuire e/o eliminare la violenza nei rapporti tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e gli animali.

Nel corso della conferenza Massimo ha illustrato i risultati delle indagini sotto copertura condotte dagli attivisti dell'associazione Animal Defenders International che per mesi si sono fatti assumere e hanno lavorato in incognito in diversi circhi: la violenza degli animali durante i trasporti, nei campi invernali, nelle tecniche di addestramento e gli effetti psicologici e fisici di questa violenza con alcuni esempi concreti e reali di maltrattamento e di violenza sugli animali da parte dei circensi al fine di ottenere qualsiasi risultato dal punto di vista dell'addestramento per gli spettacoli.

Il pubblico che segue gli spettacoli del circo con animali fortunatamente è in continua diminuzione, ma in netto contrasto con l'opinione pubblica che ritiene il circo con animali diseducativo e violento, lo Stato, per coprire le voragini economiche delle casse del circo, versa cospicui finanziamenti che aumentano di anno in anno.

Marina Berati, ha parlato nel terzo incontro di scelta vegan (sebbene il titolo della sua conferenza fosse "La scelta vegetariana"), trattando le motivazioni che la sorreggono. Il motivo etico è quello che generalmente influisce di più. Ci sono argomentazioni filosofiche che approfondiscono questa scelta, ma è più facile, per chi ha un animale, fare un collegamento logico tra questi animali "d'affezione" e quelli "d'allevamento": constatare che anche quelli hanno sentimenti e sono senzienti. Non c'è nemmeno da scegliere tra la nostra vita e la loro, non è una cosa "vitale" mangiare carne. Con chi è già sensibile ai cani e gatti è più facile questo approccio, e si punta su di loro.

Marina ha poi descritto e mostrato come vivono gli animali d'allevamento. Quasi tutti sono negli allevamenti intensivi: maiali, galline, polli, conigli, vitelli, ecc..

Per quanto riguarda la scelta legata al rispetto dell'ambiente, è stato mostrato un breve documentario realizzato da The Vegetarian Society: "La Terra divorata".

Alla fine della serata sulla scelta vegan abbiamo offerto al pubblico presente bevande, dolci vegan da noi preparati e le ricette, tra cui baci di dama, merendine al cocco, plumcake allo yogurt, crostata con composta di ribes, riso orientale caramellato e tiramisù.

L'ultimo incontro era sui prodotti non testati su animali, con Antonella De Paola, autrice del libro "Guida ai prodotti non testati su animali" (Edizioni Cosmopolis). Antonella ha spronato a continuare a fare scelte etiche anche se i risultati non sono visibili a breve termine e ha dato alcune rassicurazioni. Intanto essere se stessi, acquistando prodotti in linea con la nostra personale etica e capire che non siamo soli, la gente ha "fame" di etica, vuole migliorare il mondo. È anche importante capire che per smuovere il mercato non serve fare chissà cosa: quando il mercato percepisce una nuova tendenza da parte dei consumatori, si adegua a quella tendenza e fa sì che quella tendenza si allarghi ancora di più. La politica invece arriva sempre dopo, la politica non anticipa i cambiamenti etici. Anche quando i risultati sembrano molto piccoli e ci voglia molto tempo, in realtà non sono piccoli, bisogna andare avanti. Se riusciamo infine a dipendere meno dalla pubblicità, inizieremo anche a comprare meno e lo faremo meglio.

L'ampia discussione di Antonella sulle diciture apposte sui prodotti, in particolare quelli cosmetici, ci portano a prediligere con sicurezza solo quei prodotti che sono certificati ICEA-LAV (è una certificazione a pagamento) o che hanno rilasciato una autocertificazione scritta di un impegno a non utilizzare più nuovi ingredienti chimici a partire da un determinato anno (su ogni nuova molecola creata dall'uomo in laboratorio c'è l'obbligo di legge di testarla sugli animali, ma se un'azienda decide di non utilizzare più nuove molecole da un certo anno in poi, anche se continua a utilizzarne altre che hanno già subito un processo di test su animali in passato, comunque non contribuisce a incrementare la vivisezione).

Un elenco delle aziende cruelty-free e non lo si trova nel libro "Guida ai prodotti non testati su animali" oppure, sul sito VIVO - Comitato per un Consumo Consapevole, costantemente aggiornato:

http://www.consumoconsapevole.org

Infine, nell'ambito della cosmetica, si possono privilegiare i prodotti di buona erboristeria, i cui ingredienti siamo sicuri essere 100% naturali e di origine vegetale. Su di essi infatti non vi è obbligo di test su animali e siccome i test su animali comunque costano, non vengono fatti, soprattutto se a produrli sono piccole aziende.