Stamattina si è svolta una imponente manifestazione in Piazza della Libertà, di fronte la Provincia di Alessandria, l'ente dal quale dipende, insieme alla Regione, l'abbattimento di 600 caprioli dell'Appennino tra Ovada e Acqui Terme. Un centinaio di manifestanti, tra gruppi e associazioni animaliste e ambientaliste come AgireOra, ENPA, LAC, LAV, LIDA, Movimento vegetariano - No alla caccia, Pro Natura e tanti cittadini, tutti uniti per protestare contro i piano di abbattimento.
Una mobilitazione che dopo le e-mail di protesta (2500 giunte alla redazione de LA STAMPA), ha portato davanti a Palazzo Ghilini non solo manifestanti della provincia di Alessandria, soprattutto di Acqui Terme e di Ovada, ma anche da Torino, da Verbania e da fuori Regione, dalla Liguria e perfino dal Trentino.
Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal presidente della Provincia, Paolo Filippi, a cui è stato chiesto di favorire il trasferimento dei caprioli in territori e parchi che si sono resi disponibili ad accoglierli. Il presidente ha dato disponibilità alla collaborazione, favorendo ogni soluzione praticabile per evitare l'abbattimento. È stata chiesta inoltre la verifica del censimento degli animali, dato che il compito era stato affidato ai soli cacciatori-agricoltori.
Intanto sul fronte nazionale il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio si sta adoperando per salvare i 600 caprioli dell'alessandrino, come primo passo sperimentale. Speriamo che le promesse vengano mantenute, per ora la data di apertura della caccia è stata rinviata al 24 agosto (doveva partire il 10 agosto). Il mondo venatorio si sta dividendo, non sostenuto da quello agricolo.