Si è svolta in Corso Roma ad Alessandria un sit-in silenzioso per sensibilizzare i passanti sulla provenienza delle pellicce e sugli inserti in pelo velo che adornano dei colli, polsini e cappucci di giubbotti, ma anche inserti su borse, scarpe, ecc.. Tutti provengono da animali catturati o allevati in condizioni aberranti e uccisi crudelmente.

Attivisti di vari gruppi e associazioni, hanno esibito dei cartelli fotografici, posizionandosi uno a finaco all'altro, ognuno raffigurante il piano piano di un animale "da pelliccia" dentro una gabbia, come volpe, procione, visone, cane, ecc.. A lato del banchetto con del materiale informativo e una pelliccia vera di visone donata per la causa da una ex impellicciata, e una sintetica o "cruelty-free", per fa notare che tra le due, esteticamente, non vi è alcuna differenza mentre ve n'è tantissima in termini di sofferenza per produrre quella vera, anche una mostra fotografica e descrittiva di come vengono "ottenute" le pellicce, catturando animali in libertà con delle trappole o allevandoli in cattività e uccidendoli poi tutti in modi crudeli, dall'elettroshock al gas, allo scuoiamento da vivo.

Alcuni passanti si sono fermati, hanno fatto il collegamento, molti altri, specialmente coloro che indossavano una pelliccia o sue parti, sono passati dritti ostentando indifferenza, ma forse un giorno capiranno loro che "la vanità uccide", come riportato su alcuni dei poster esposti.