L'8 dicembre si è svolta la "Festa del sacrificio" in un macello pubblico a Mandrogne, un rito musulmano nel quale si sgozzano montoni pienamente coscienti (ben 200). Tanti uomini, ragazzi e bambini, e lungo un corridoio di rete metallica, i montoni, in attesa del loro turno.

Qualcuno, invano, si ribellava, belava, voleva tornare indietro. Venivano presi, sdraiati, legati per le zampe.

Poi uno ad uno venivano condotti all'interno della camera dove avveniva lo sgozzamento e la macellazione secondo le norme della legge islamica, che non prevede neppure lo stordimento preventivo degli animali, i quali devono rimanere coscienti, affinché il cibo possa essere considerato "Halal" (Ḥalāl), cioè puro e quindi lecito, permesso o consentito.

Quelle creature che poco prima belavano si trasformavano in ammasso inerte di carne, in sangue che cola. Sul pavimento si era formata una ampia chiazza di sangue proveniente dalla porta della camera del macello e da un bidone dove insieme ad altri rifiuti c’erano pezzi dei poveri animali (come zampe, ecc.).

Dietro la rete un enorme mucchio insanguinato di velli.

Colpiva l’atmosfera tranquilla e cordiale delle persone di fronte alla scena del massacro che si compiva sotto i loro occhi. Erano presenti anche ragazzi e bambini accompagnati dal proprio genitore padre, mentre non erano presenti ragazze o donne.

La "Festa del sacrificio" è la festa più importante per i musulmani e serve a ricordare l'episodio in cui Dio ferma all'ultimo momento la mano di Abramo che sta per uccidere il figlio Isacco. Nel rito della macellazione islamica (ciò vale anche per quello ebraico) l'animale viene ucciso tramite giugulazione, cioè la recisione dei grossi vasi sanguigni del collo, senza stordimento preventivo. In Italia, questa possibilità viene recepita tramite il Decreto 333/98 che detta le norme relative al trattamento degli animali prima e durante la macellazione: in alcuni casi, come appunto nella macellazione rituale, è concessa la possibilità di non stordire l'animale prima di ucciderlo, come invece dovrebbe avvenire a norma di legge in tutti i casi di macellazione industriale. Questa deroga significa per gli animali angoscia, terrore e dolore, che ben si manifestano prima e durante la giugulazione. Nel momento del taglio della gola infatti si raggiunge uno stato di stress e di sofferenza per gli animali veramente molto intenso poiché restano pienamente coscienti.

Condanniamo ogni tipo di macellazione, anche quella "occidentale", non rituale. Quella rituale, nella fattispecie, è causa di ulteriore e inutile sofferenza per gli animali.

Ci rivolgiamo a tutte le forze politiche e sociali per chiedere di impegnarsi di seguire l’esempio di nazioni come la Svizzera, la Germania, l’Olanda, la Svezia e l’Austria che hanno imposto per legge lo stordimento di tutti gli animali prima della macellazione, senza alcuna eccezione.