Le foreste primarie catturano carbonio e forniscono ossigeno. Sono il più grande serbatoio di biodiversità del pianeta, racchiudono all'incirca il 90% delle specie animali e vegetali viventi, ma la deforestazione avanza più che mai e contribuisce al riscaldamento globale. Ognuno di noi può fare la propria parte per fermarla, informandosi sulle cause a cambiando abitudini. Dedichiamo la Giornata mondiale dell'ambiente alle foreste con la proiezione di due film-documentari straordinari firmati Patrick Rouxel: "GREEN" e a seguire "ALMA". Due film imperdibili per chiunque voglia sapere, prendere coscienza e agire.

Dal 2003, Patrick dedica il suo tempo a fare film di sensibilizzazione sulla deforestazione, la perdita di biodiversità e sul trattamento degli animali. Il pluripremiato GREEN presenta un resoconto straziante della vita di un Orangutan in un contesto di produzione di olio di palma e di perdita di habitat naturale, in Indonesia. ALMA (l'Anima) mostra il reale costo ecologico, e anche spirituale, di carne, prodotti lattiero-caseari e del cuoio, in Amazzonia. Nei due film ci sono solo immagini e musica e in questo modo i documentari sono universali, comprensibili a tutti in tutto il mondo. Queste immagini forti ci colpiscono e restano nella nostra mente e nel nostro cuore.

Appuntamento mercoledì 5 giugno a partire dalle ore 20,45 presso il Centro Congressi dell'Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria, in Piazza Fabrizio De André 76. Ingresso libero.


Sito ufficiale di Patrick Rouxel
http://www.patrickrouxel.com

Fotogramma di un incendio in Indonesia, tratto dal film GREEN

Approfondimenti e il ruolo dell'Italia Fonti: progetto Global Warming Made in Italy.

Dobbiamo renderci conto che attraverso ciò che consumiamo passa il futuro dell'umanità e della vita sul pianeta. Si farebbe un errore a pensare che il problema del cambiamento climatico, per esempio, sia un cerino in mano solo ai politici, quando in realtà riguarda il nostro futuro e tutti possiamo influire ogni giorno con le nostre scelte: sia con l'uso consapevole di trasporti ed energia, ma anche e soprattutto quando facciamo la spesa.

Si stima ad esempio che l'industria globale del cibo (calcolando insieme agricoltura, produzione, trasporto), possa essere responsabile di oltre la metà delle emissioni di gas serra nel mondo. Le foreste racchiudono carbonio, quindi bruciando le foreste, questo carbonio finisce in atmosfera. L'Italia ha un insospettabile ruolo di primo piano in tante importazioni a "rischio". Ecco le materie prime usate dal nostro paese dal rischioso e insospettabile impatto ambientale, in termini di deforestazione, perdita di biodiversità e riscaldamento globale:

La soia

La maggior parte della deforestazione avviene in aree tropicali per lasciare spazio alle monocolture, tra cui la soia, che ha cambiato volto all'Amazzonia. Nel 2019 il Brasile potrebbe diventare il primo produttore di soia al mondo (con 117 milioni di tonnellate) scavalcando gli Stati Uniti (116,5 milioni di tonnellate). A trainare questo aumento è la crescita della domanda di soia dalla Cina, per effetto della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti. Gran parte della soia brasiliana è destinata all'export, in particolare verso Europa e Asia, per la produzione di mangimi destinati agli allevamenti di bovini, suini e pollame. Il 95% per cento della soia utilizzata in Italia è di importazione, soprattutto dal Brasile.

L'olio di palma

Da decenni le foreste tropicali dell'Indonesia sono date alla fiamme per lasciare spazio alle piantagioni di palme da olio. L'olio di palma è uno degli oli più utilizzati la mondo non solo in ambito alimentare, ma anche cosmetico e in via crescente per i biocarburanti. Numerose multinazionali hanno promesso di porre fine a questa distruzione entro il 2020, ma non lo stanno facendo. La deforestazione nel Borneo, la quarta isola più grande del mondo e una delle più grandi riserve di biodiversità, ha portato sull'orlo dell'estinzione molte specie animali, tra cui l'Orangutan e l'Orso del sole, solo per citarne due.

Il manzo e il pellame

Dal 2003 il Brasile è il più grande produttore ed esportatore di carne e di pelli al mondo e ancora oggi i primi a inoltrarsi nella foresta amazzonica in cerca di nuove aree per aumentare la produzione, sono i pascoli. Grazie alla loro avanzata i ritmi di deforestazione in Brasile sono tornati a crescere in doppia cifra nel 2016. I pascoli bovini producono grandi quantità di gas metano, un gas quattro volte più inquinante della CO2. Gran parte della carne prodotta dal gigante sudamericano viene venduta agli Stati Uniti, ma in Europa la Palma d'oro per le importazioni di manzo appartiene all'Italia, che usa queste carni soprattutto in prodotti industriali e per la produzione di bresaola. Nel 2015 l'Italia era anche il secondo importatore al mondo di pellame dal Brasile, dietro solo alla Cina.

Il legno

I pascoli avanzano nella foresta Amazzonica preceduti dalle fiamme e dall'industria del legno. Nonostante gli sforzi delle autorità brasiliane, quello del legname illegale è ancora un mercato fiorente e noi ne siamo spesso acquirenti.


Chi ci ospita, grazie:

Centro Congressi Alessandria, Piazza Fabrizio De André, 76