Il 3 novembre si è tenuta in contemporanea in molte città del mondo una performance per denunciare in modo pacifico e silenzioso le torture che gli animali di allevamento subiscono quotidianamente nell'indifferenza generale. Anche noi abbiamo voluto partecipare a questa denuncia con una serie di brevi filmati silenziosi mostrati ai passanti nei portatili tenuti in mano al centro della via più affollata della città il sabato pomeriggio.

Eravamo solo in quattro, di cui tre formavano il "cubo" (che in realtà è risultato essere un triangolo!) e la quarta persona porgeva materiale informativo ai passanti che si mostravano un po' interessati. Essendo noi così pochi, si è trattato più che altro di un esperimento. Alla fine però tutti abbiamo convenuto che si è trattato di una esperienza utile e sicuramente da riproporre anche in futuro, sperando di coinvolgere un maggiore numero di partecipanti per essere più efficaci.

Il "Cubo della Verità" è una manifestazione statica e pacifica che si svolge nel seguente modo: alcuni partecipanti si dispongono a formare una figura (tipicamente un quadrato, nel nostro caso era un triangolo) in cui ogni lato della figura è costituito da almeno un partecipante con in mano un cartello con le scritte "VERITÀ" oppure "GUARDA PERCHÉ SIAMO QUI" e almeno uno con un computer portatile o un tablet con video inerenti alla causa animalista. Nel nostro caso c'era un solo partecipante per lato che reggeva un computer portatile con i cartelli con le scritte sopra la tastiera. 

I video non hanno audio e i partecipanti che formano la figura stanno fermi e in silenzio, senza interagire con le persone che si avvicinano a guardare. Altri partecipanti (uno solo nel nostro caso), che non fanno parte della figura, sono invece a disposizione per dare informazioni a chi le chiede. A turno, i partecipanti che danno informazioni danno il cambio a quelli che formano la figura. I partecipanti che formano la figura indossano una maschera che si tolgono quando escono.

Lo scopo di queste iniziative è incuriosire i passanti ad avvicinarsi spontaneamente, a guardare e a richiedere maggiori informazioni. Anche se in pochi si sono effettivamente fermati a guardare, e anche se nessuno diventa vegan dopo aver visto di corsa un secondo di immagini, abbiamo creato qualcosa nella loro testa . Ci vedranno ancora, ne sentiranno ancora parlare finché non decideranno di informarsi.