Sarà dedicato alla caccia  il terzo appuntamento del ciclo di conferenze "Animali e Umani” di stasera alle ore 21,00 al museo "C'era una volta" di Alessandria. Si parlerà della situazione venatoria nella nostra provincia.

Con 5.900 cacciatori la provincia di Alessandria viene subito dopo Torino che ne conta 6.500. Grossi interessi sono sottesi allo sfruttamento più esasperato e crudele degli animali: in provincia di Alessandria esistono ben 41 aziende private di caccia, più del doppio di Torino. Cuneo ne conta 26. Da alcune zone di ripopolamento e cattura di Alessandria si registrano produzione di lepri per migliaia di esemplari, nel deserto faunistico delle altre specie, distrutte per difendere la cosiddetta “selvaggina da ripopolamento” (fonte: Regione Piemonte, dati del 2003).

Il problema dei bocconi avvelenati ha raggiunto in diverse zone della provincia dimensioni sconvolgenti, e il potere politico del mondo venatorio alessandrino sembra condizionare da sempre le politiche regionali. Pur non essendo il Piemonte tra le regioni a più alta densità venatoria e lontano dalle accese tradizioni venatorie di Lombardia, Veneto o Toscana è proprio alessandrino il nuovo presidente nazionale di Federcaccia, la maggiore associazione dei cacciatori italiani.

Cosa c'è dietro tutto questo? Se ne discuterà questa sera (venerdì 18 novembre) alle 21,00 al Museo etnografico della "C'era una volta", piazza della Gambarina, nella conferenza intitolata “Caccia ad Alessandria: le verità che nessuno vi ha mai detto”. Interverrà Roberto Piana, Direttore del Servizio di Vigilanza della LAC - Lega per l'Abolizione della Caccia.



Se è ad Alessandria l'ultima resistenza di una subcultura destinata a scomparire, anche qui il numero dei cacciatori è in costante calo da oltre vent'anni. Il 70% dei cacciatori ha ormai più di 50 anni. I cacciatori avranno anche qui la loro Caporetto.